Colpa e merito. La gara di ieri a Zeltweg e il mondiale di quest'anno rappresentano per la Ferrari un eterno rincorrersi di colpe e meriti. Le colpe umane dei piloti e i meriti tecnici del team s'inseguono senza pace. Per questo adesso siamo qui a far festa per la Rossa che in un colpo solo è tornata in testa sia al mondiale piloti (Sebastiano ha un punto su Hamilton) che a quello costruttori (la SF71H ne ha dieci sulle Mercedes), domandandoci però che cosa sarebbero stati il campionato e la gara di ieri senza le colpe del campione tedesco e le incertezze del finlandese. Come sarebbe andata se, ieri, al semaforo verde Sebastiano fosse davvero scattato dalla terza piazza dietro al duo Mercedes conquistata in pista sabato e non dalla sesta in cui era poi precipitato a causa della penalità presa per aver ostacolato Sainz in qualifica? Si potrebbe pensare: o subito davanti alla prima curva grazie alle gomme ultrasoft e il lato pulito della pista, o subito fuori dopo l'impatto con qualche redbullo attorno. Questo almeno insegna la storia recente; ma della storia recente Sebastiano pare aver fatto tesoro. Almeno osservando il modo in cui è partito stavolta dalla sesta piazza. Cioè, provandoci, ma anche alzando il piede a costo di perdere posizioni, non appena intuito di rischiare l'imbottigliamento alias il patatrack come a Le Castellet. «Sarebbe stato meglio trovarmi più avanti in partenza, comunque ci ho provato», dirà, «solo che alla prima curva non avevo più spazio e ho alzato il piede perdendo posizioni... La macchina è super, per cui non posso essere contento al 100%, senza penalità avrei potuto vincere...». Per cui sì, con ogni probabilità Seb avrebbe vinto la gara.
Colpa e merito di una gara densa di tentativi di sorpasso e qualche sorpasso, il più bello firmato proprio da Sebastiano ai danni di Hamilton valso il terzo posto finale e il più brutto quello mancato da Raikkonen al via quando aveva tentato di passare le Mercedes e invece era finito scornato da Verstappen, oltre che toccato. Verstappen che ha poi vinto e Verstappen che ovviamente non è stato punito per la ruzzata a Kimi.
La partita a ping pong per il titolo mondiale prosegue dunque colpo dopo colpo. Le Mercedes di Hamilton e Bottas comode in testa prima della safety car virtuale scattata proprio con il ritiro di Bottas (guaio idraulico), la mossa azzeccata di Rosse e redbulli di approfittarne per cambiare subito le gomme e mettere le soft per non fermarsi più, Hamilton che non fa lo stesso e poi, dopo la ripartenza e la ripresa delle ostilità, quel liberatorio, per gli uomini in rosso, «stop stop stop» urlato via radio a Lewis costretto ad accostare e fermarsi per noie alla pompa della benzina (primo ritiro da 37 Gp). Le parole più belle sul tema le dirà il team principal ferrarista, Maurizio Arrivabene.
«Per come si era messa la gara dovevamo attaccare e - sott'intesa la penalità di sabato a Seb e Kimi che al via ha perso la posizione a favore di Verstappen - avremmo anche potuto vincere», il suo primo affondo a cui è seguito il secondo: «È la dimostrazione che quando si grida troppo, quando si parla di pacchetti nuovi succede che il pacchetto possa anche essere interessante, ma se poi scalda troppo ti fermi e parcheggi a lato...». Cioè come Bottas e Hamilton. Cioè come la Germania tutta. Di questi tempi, cose belle.
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