Vuole scendere dalle montagne russe e alzare il livello: a partire da Leao

Vuole scendere dalle montagne russe  e alzare il livello:  a partire da Leao
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Del mercato Sergio Conceiçao non parla. Per due motivi precisi: 1) perché «siamo d'accordo con la società, sa di cosa ho bisogno»; 2) perché «più di un difensore, attaccante o centrocampista, voglio vincere con la Juve!». Il summit c'è stato, alla fine capiremo se i suoi giudizi (specie su Tomori richiesto dalla Juve) sono stati rispettati oppure no. Di sicuro la concretezza di quest'uomo, arrivato all'improvviso nel mondo Milan e con pochissimo tempo a disposizione per lavorare, è forse l'unica garanzia durante questi tempi incerti vissuti dal rendimento incostante del team, prime frazioni da dimenticare, riprese da vivere intensamente con una striscia di rimonte che non possono riuscire in eterno. «Dobbiamo essere più solidi in difesa» continua a ripetere il nuovo precettore portoghese che non si trascina dietro nemmeno le paranoie di molti suoi colleghi. «Non bluffo: Pulisic non recupera» spiega puntando sul mercoledì di Champions contro il Girona eventualmente per recuperare l'americano che è una risorsa indispensabile. Fu lui a promuovere (procurandosi il rigore) la risalita a Riad contro la Juve, fu lui a dettare il suggerimento per Leao e chiuso in gol da Abraham per il 3 a 2 del derby. E percorrendo i corridoi di Milanello, con le pareti piene di gigantografie di fuoriclasse come Sheva e Kakà, Baresi e Van Basten, Ronaldinho, Sergio continua a ripetere ai suoi: «Quelli erano veri campioni, qui non si può esaurire la missione stando al Milan con uno scudetto del 2022 e una supercoppa!».

La vera lezione è proprio questa, una sorta di spinta ad alzare il livello delle rispettive prestazioni. «Non esiste la stanchezza se recuperi bene e se ti alleni per salire di livello. Si può dare di più anche se non sei al top» arringa Conceiçao e qui il predicozzo sembra rivolto per esempio a Fofana (26 partite di fila giocate) e allo stesso Bennacer, chiamati a giocare insieme (nonostante il flop del primo tempo con il Como) e per questo a modificare le loro posizioni in campo. Di sicuro c'è un riferimento anche a Leao, preso da parte ieri mattina prima di partire per Torino, e sollecitato con qualche numero («Rafa sa in cosa deve migliorare, non voglio che sia contento con 10 gol, deve puntare a farne 20»).

Fosse così facile! Eppure Conceiçao è un tipo deciso che va dritto per la sua strada. Per esempio sulla scelta del capitano: «Non è una cosa così importante». Per esempio sull'intervista pre-partita: «Andrà qualcuno della società, io devo pensare ad altro!».

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