La pubblicazione della delibera sulle nuove disposizioni per l'organizzazione del lavoro dello Sportello unico per l'edilizia, che impedisce le visite di professionisti e cittadini, continua a far discutere. A protestare non sono solo i professionisti che hanno bollato come «inaccettabile, sia sul piano giuridico che sul piano sostanziale e delle ordinarie dinamiche di relazione e partecipazione» la decisione di due gorni fa, ma anche i consiglieri comunali di maggioraza e opposizione. «Il sindaco Sala e la giunta hanno perso la trebisonda. Non ne azzeccano più una. La serrata per drammatizzare lo scontro con la Magistratura è malinconica e fuorilegge - commenta il consigliere Carlo Monguzzi (Verdi) -. Mi pare che anche il Governo non sia più dell'idea di fare il condono Salva Milano, che peraltro è anticostituzionale. Facciamo le persone serie, riconosciamo gli errori e correggiamoli nel nuovo Pgt». Così anche l'opposizione grida allo scandalo: «La delibera che prevede la chiusura al pubblico degli uffici dell'Urbanistica è quanto di peggio potesse decidere la giunta del PD che della trasparenza, a parole, ne ha fatta una bandiera. Al di là del pantano in cui il settore si trova da un anno - spiega Alessandro de Chirico (Fi) - non mi pare che quegli uffici fossero così disponibili al dialogo. Tutt'altro. Con la chiusura totale al dialogo il risultato sarà quello di generare oltre al caos la paralisi».
A chiarire la situazione è lo stesso assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi che sembra in parte correggere il tiro: «Non vuol dire che cittadini, professionisti, operatori del settore non potranno più avere contatti e confronti con gli uffici, sia chiaro: occorrerà che le richieste, formali e motivate, vengano autorizzate dai dirigenti. Le disposizioni pubblicate rispondono alle esigenze organizzative dei nostri uffici in questo momento di particolare criticità - continua - e vanno a tutela di tutti i dipendenti e degli stessi operatori in relazione agli ultimi provvedimenti della magistratura. Stiamo attraversando una tempesta, per affrontarla cerchiamo di attrezzarci con gli strumenti a disposizione». Un chiarimento che sa tanto di marcia indietro.
«Accolgo positivamente la nota dell'assessore - dichiara il presidente dell'Ordine degli Architetti di Milano Federico Aldini - continuo ad aspettarmi che la decisione venga rivista. Se già prima lo Sportello non rispettava i tempi di legge per concedere un permesso a costruire, figuramoci ora cosa succederà...». Non solo, l'Ordine ha da poco aperto un portale, dal simbolico titolo di «Dimmi» in cui un gruppo di lavoro si mette a disposizione dei professionisti per charire dubbi e difficoltà interpretative. Non solo, per i quesiti più complessi si stava per chiudere la collaborazione proprio con lo Sportello per l'edilizia per aiutarae gli architetti milanesi a districarsi tra leggi, norme e interpetazioni. «Riceviamo migliaia di richieste al giorno dai nostri iscritti, il che la dice lunga sulle difficoltà dei professionisti, ma è chiaro che questo servizio non deve sostituire il lavoro dello sportello».
Dello stesso tenore le dichiarazioni dei costruttori: «Temiamo che la nuova procedura rallenti ancora di più la macchina burocratica, allungando ulteriormente i tempi.
Il nostro settore è già in difficoltà e questa decisione rischia di bloccarlo ancora di più - spiega Regina de Albertis, presidente di Assimpredil Ance - Rimane comunque un fatto: questo provvedimento appare del tutto contrastante con le disposizioni in materia di partecipazione dei cittadini ai procedimenti amministrativi (legge 241/90), nonché con i principi costituzionali di trasparenza della Pubblica Amministrazione».
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