Sul ring delle scommesse sportive sono nuovamente saliti lo Stato italiano ed il bookmaker inglese Stanleybet. In palio c'è il titolo sulla legittimazione o meno di Stanleybet di poter operare in Italia senza avere una concessione statale (al momento il bookmaker ha solo la concessione per offrire gioco online e quindi il contendere riguarda i suoi punti sul territorio). Dopo le tre sentenze favorevoli ottenute dalla Corte di giustizia Europea, nei giorni scorsi presso il Consiglio di Stato si è discusso l'appello di Stanleybet contro il bando per l'assegnazione delle 2mila agenzie di scommesse ippiche, sportive e virtuali. La decisione del Consiglio di Stato dovrebbe arrivare entro la fine dell'estate.
Ma qual è lo stato dell'arte e quali sviluppi ci potranno essere nella vicenda che vede da una parte Stanleybet e, dell'altra, gli operatori che hanno acquistato la concessione per poter offrire gioco in Italia. «Stanleybet è un operatore legale che si affianca agli operatori concessionari, sperando al più presto di essere assorbita a tutti gli effetti nel sistema - ha dichiarato Whittaker, coo di Stanleybet - Ciò deriva dalle discriminazioni subite da Stanleybet nei suoi tentativi di accesso al sistema concessorio, sia in occasione delle gare del 1999 sia in occasione delle gare Bersani del 2006. La Corte di Giustizia si è già pronunciata 3 volte sul punto e la Cassazione ha immediatamente recepito la giurisprudenza Europea equiparando Stanleybet ai Concessionari.
Con la sentenza «Rizzo» del Consiglio di Giustizia Amministrativa anche la sede amministrativa dovrà adeguarsi ai prevalenti principi dell'Ue».
Però in questo condotto tentano di infilarsi anche altri operatori esteri. «Si, purtroppo dopo la Sentenza Costa-Cifone della Corte di Giustizia è stata persa una grande occasione. Infatti, la Cassazione aveva chiaramente indicato che era applicabile solo a Stanleybet. Se le autorità Italiane avessero immediatamente preso atto della situazione si sarebbe potuto chiudere la partita dei centri illegali, che non avrebbero più potuto nascondersi dietro le sentenze Stanleybet. Purtroppo così non è stato: e così lo slogan tutti i ctd sono illegali diventa un clamoroso boomerang. Se tutti i ctd sono illegali e Stanleybet sistematicamente vince, alla fine Stanleybet vince per tutti e il risultato è che tutti i ctd diventano legali. Infatti, tutti gli illegali continuano ad approfittare delle sentenze Stanleybet ed ottenere perfino sentenze favorevoli dalla stessa Cassazione, che nel clima di confusione generale a tutt'oggi non distingue e non chiarisce i due concetti: sistema discriminatorio e sistema che ha effettivamente discriminato».
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