La stanza di Mario Cervi

Caro Cervi, leggo con piacere la sua opinione sull’episodio di Sigonella perché coincide con la mia ed anche perché non credo che sia poi così minoritaria. Se bastasse il buon senso, dovrebbe apparire assurdo che un delinquente venga lasciato andare dalla persona che ha aggredito solo perché non è stata la vittima stessa a catturarlo, ma solo un suo «amico». Il fatto è che, all’epoca, per essere «trendy» bisognava uniformarsi alle opinioni della sinistra comunista e i comunisti, nonostante l'odio per Craxi, apprezzarono quel gesto dandoci a bere che fosse un segno di dignità nazionale, mentre era solo segreta soddisfazione per il calcio negli stinchi rifilato al Presidente Reagan, repubblicano e loro nemico giurato.
Giuseppe Magnarapa
Roma
Mi riferisco alla sua risposta sulla vicenda della fine del nucleare nel 1987 e concordo che il Psi ebbe grandi responsabilità in quanto faceva il «software» mentre i Verdi avevano il ruolo di «hardware». I fatti sono arcinoti e cioè dopo lo svolgimento del referendum (1987) ci fu una fase «talebana» di furore antinucleare per cui il governo Goria-Amato ordinò di fermare i lavori di Montalto di Castro per le due unità da 1.000 Mw in costruzione avanzata; questa fu una scelta assurda.

Nel mese di gennaio 1988 il governo italiano chiese alla Aiea di Vienna una valutazione sulla sicurezza dell'impianto per circa due mesi decine di tecnici e consulenti Aiea furono distaccate a Montalto di Castro ed alla sera rientravano all’Hotel Tarconte di Tarquinia...
Forse sarebbe il caso di chiedere qualche dettaglio in più all’allora vicepresidente del Consiglio di quel periodo: Giuliano Amato...
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