
Insegnare logora chi lo fa. Vittorio Lodola D'Oria, è medico specialista, da trent'anni si occupa di malattie professionali degli insegnanti, oltre ad aver fatto parte a Milano della commissione per l'inabilità al lavoro nella scuola dal '92 al 2004. E non ha dubbi. Il malessere dei docenti è ancora ignorato e «non potrà andare che a peggiorare».
In che senso?
«Andrà a peggiorare velocemente. Pensi che nel '91 avevamo una percentuale di inidoneità lavorativa a Milano e provincia per cause di salute con diagnosi psichiatrica del 31%. Oggi sono all'80%. Le malattie professionali degli insegnanti sono psichiatriche ma vengono ancora ignorate. È una professione con usura psicofisica. Un dato confermato a livello internazionale anche in Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti. L'usura c'è a prescindere dal sistema scolastico adottato dai diversi Paesi e dal livello di insegnamento cioé dal tipo di scuola che sia materna o superiore. Abbiamo la medesima percentuale di patologie da usura psicofisica della professione».
Qual è il vero problema?
«È soprattutto nel rapporto esclusivo con l'utenza, cioè i ragazzi. Non esiste altra professione dove il rapporto con l'utenza sia così, cioè asimmetrico, coatto, intergenerazionale, per sei giorni la settimana per nove mesi all'anno, sempre con gli stessi utenti. E sempre da solo. Con una sorta di effetto Dorian Grey al contrario: ogni ciclo loro invecchiano e i ragazzi ringiovaniscono. Eppure siamo all'alba del terzo millennio e non sappiamo ancora quali sono le patologie degli insegnanti, perché non sono riconosciute».
Di «burnout», cioè lo stress logorante nella professione, ormai parliamo da tempo però.
«È un termine inglese che comprare per la prima volta nel gennaio 2022 nel manuale di diagnostica europeo. Come medico sono refrattario a parlare però di burnout così come di stress da lavoro correlato, mi sembrano parole buttate a casaccio. Il mio studio sulla medicina del lavoro pubblicato nel 2004 contiene diagnosi psichiatriche fatte che dicono quanto la situazione sia davvero molto grave e vada presa di petto. Pensi che già nel 1979 proprio la Cisl aveva realizzato un'indagine su duemila insgenati e il 33 per cento aveva dichiarato, allora di fare uso di psicofarmaci. Allora che dovevano essere prescritti non dal medico di base ma da uno specialista. Quanti saranno oggi?
Cosa va fatto?
«Intanto bisogna scavallare gli stereotipi popolari degli insegnanti. Lavorano mezza giornata e fanno tre mesi di vacanza all'anno.
Come? Raccogliendo i dati a livello nazionale, riconoscere istituzionalmente le patologie degli isegnanti che sono psichiatriche all'80 per cento. E poi informare e formare maestri e professori dei rischi che corrono. Infine fare una preparazione specifica anche ai dirigenti che hanno tantissime incombenze medico legali ma non sanno spesso rispondere a queste».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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