Statale 45, la strada per la vittoria non è solo in salita

Il camper azzurro di Alessandro Gianmoena raccoglie consensi in tutti i paesi della Valtrebbia

Statale 45, la strada per la vittoria non è solo in salita

Se è vero che chi ben comincia è a metà dell'opera, allora la prima tappa del «Camper delle libertà» non poteva che essere il bar-gelateria «Biasotti» nel centro di Rovegno. Alessandro Gianmoena, candidato alla Camera dei deputati per il Pdl e capocomitiva in alta Val Trebbia giura di non averlo fatto apposta, mentre consegna al titolare il programma del Popolo della Libertà e il suo numero di telefono. «Con Biasotti siamo parenti alla lontana - rivela l'uomo al banco - mio papà è di Varese ligure come Sandro». Ma la parentela politica è la stessa. Qui a Rovegno del resto non è difficile trovare simpatizzanti di Berlusconi: la «Casa» l'ultima volta da queste parti ha raccolto quasi il 60 per cento. Insomma si gioca sul velluto. O quasi. Di fronte all'albero di prugne nel mezzo del paese il proprietario di una Ford Fiesta fugge in macchina quando Enrico Bocca e Stefano Costa, entrambi consiglieri di circoscrizione di Forza Italia nel centro-ovest e nel medio-levante, gli porgono una maglietta e una penna usb. «Grazie, ma sono di un'altra parte», risponde l'uomo prima di sgommare via.
Michele Isola fa gli onori di casa. Lui, consigliere di minoranza, nonostante la giovane età è una specie di memoria storica di Rovegno. Porta lo stesso cognome del sindaco, uno degli 83 passati dal Pd all'Italia dei valori, «ma non siamo parenti». Fa da Cicerone a Gianmoena e alla sua truppa (la moglie Aurora, l'autista Roberto Prostamo, Monika Sommariva e i due consiglieri azzurri) nelle viuzze del paese abbarbicato sulla statale 45. Ad attendere il camper c'è anche un vecchio lettore de «il Giornale» («dai tempi di Montanelli»): Ferdinando Manfrin, uno che non le manda a dire, neppure agli amici. «Qui non venite mai. Fatevi vedere ogni tanto. Io stesso l'ultima volta ho minacciato la Renata (Oliveri, ndr) di non votarla se non fosse venuta quassù. Sono quattro anni che chiedo ai politici di seguire la Val Trebbia». Gianmoena annuisce e prosegue il suo tour nel borgo di 550 anime. Prima il supermercato, poi il ristorante. Tutti molto gentili. Per tutti un gadget a piacere: maglietta, spilla, matite colorate, penne usb. L'unico a sottrarsi ai regali è il proprietario dell'edicola - ferramenta: «Chiodo fisso». Non per Berlusconi, par di capire. Ma il tempo stringe. La campagna elettorale itinerante prevede altre due soste, a Gorreto e, sulla strada del ritorno, a Torriglia nella «Svizzera dei genovesi».
Il camper di Alessandro Gianmoena sbuffa tra i monti della val Trebbia, inghiottendo una curva dietro l'altra. L'occhio cade sui manifesti di Walter Veltroni appiccicati anche dove non si dovrebbe, come quelli su un vecchio rudere lungo la strada. Finalmente Gorreto: nel paese si sono appena celebrati i funerali del sindaco Luciano Bombace quando la comitiva azzurra fa capolino nell'ultimo centro abitato della provincia di Genova: 140 abitanti, un solo negozio che vende di tutto, dai giocattoli ai generi alimentari. Il vice sindaco Giorgio Montignani saluta la truppa delle libertà insieme al primo cittadino di Fascia, Elvio Varni. C'è tempo ancora per una veloce (ma abbondante) pausa pranzo in località ponte Trebbia e per una capatina a Torriglia.

Come due segugi Enrico e Stefano tampinano i residenti consegnando spillette, matite e programmi elettorali. La gente pare gradire. Gianmoena sale dal parroco, don Pietro, scambia due chiacchiere con lui e vola in Comune dal vice sindaco. Fine del tour. Prossima tappa: Busalla.

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