A uno spettatore disinteressato sembra la scena di una candid camera: arrivano, rallentano davanti al fuoco di sbarramento dei tornelli, girano a destra nella speranza di un varco. Svanita l’illusione c’è solo un muro e una porta chiusa- tornano indietro. E capiscono: i servizi igienici della stazione Centrale - siamo al piano ammezzato - sono a pagamento. Qualcuno si mette l’anima in pace,si mette a rovistare nelle tasche o nella borsa. La tariffa non è neanche modica - al piano ammezzato un euro. Molti rinunciano: «Farò sul treno». «Vado al bar, almeno mi prendo un caffè ». Altri si convincono che l’urgenza non è così urgente. Ma molti protestano. Due giovani turisti inglesi, fidanzati, restano sbigottiti. «Pay for toilet». Non esiste a Londra, non esiste in Spagna, assicurano,forti dell’esperienza di altri viaggi in treno. Poi lui si fa fotografare nella posa, tipicamente italiana, di chi unisce le dita, gira la mano verso l’alto e la ruota come dire: «Ma che roba è questa?», oppure «che vuoi?». Due signori anziani, memori delle stazioni di una volta - forse meno belle ed efficienti, ma più facili da «affrontare » - prendono la strada del bar: «Se viene una famiglia intera a far pipì costa più del viaggio», calcolano al volo. In realtà i bambini non pagano, ma l’euro vale solo per un adulto, guai a fare i furbi Gli addetti controllano, e chi ci prova viene invitato a uscire e pagare. Sono gratis invece i servizi per i disabili e la baby room: basta suonare un campanello e l’addetto accorre, facile verificare la rapidità della risposta. Anche sulla pulizia niente da eccepire. E ogni bagno ha il suo cestino, lucina verde/rossa, carta igienica sempre rifornita, spazzolone impeccabile, sui pavimenti - almeno ieri - ci si poteva specchiare. Resta il dilemma: «È una tassa sulla pipì? ». «Un euro per pisiare ?» domanda sbigottito un ragazzo di colore?. Ai reclami Grandi Stazioni ribatte che in molte stazioni è così. E poi «costa il sapone, l’acqua, la pulizia, la carta, la luce». La logica gestionale di una stazione che deve rendere non ammette deroghe: il servizio si paga, soprattutto se di qualità. E d’altra parte è grazie ai profitti sono stati eseguiti i lavori di restauro. Un uomo abituato a viaggiare per affari osserva che non ci sarebbe niente di male, se solo ci fossero dei bagni anche più normali, non a pagamento. «La prima classe mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento», rende l’idea citando una vecchia canzone. Un altro utente su internet protesta: «La stazione è ancora pubblica. Perché non dovrebbero esserci servizi gratuiti e magari più fontanelle per l’acqua potabile? ». Oggi i servizi igienici sono due. Oltre a quelli al piano ammezzato, non lontano dai tapis roulant- ma non è facile arrivarci c’è un bagno anche al binario 3 del «piano ferro». Questo è molto più piccolo e modesto. E, sarà anche la vicinanza con bar e con i treni stessi - a bordo dei quali i servizi ci sono anche se spesso spaventosi- qui il servizio costa «solo» 80 centesimi.
Spiccioli di difficile reperimento, ma ci sono le macchinette per il cambio monete. Grandi Stazioni intende aprire un altro bagno, ma sempre a pagamento. «La filosofia- spiegano - è quella. Per un servizio si deve pagare». Anche solo per un servizio igienico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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