Quando Herbert Kilpin valicò le Alpi e raggiunse Milano, nel 1899 con altri otto fondò il Milan football & cricket club: 31 brevi articoli statutari per definire che «i colori saranno rosso e nero a striscie», con tanto di vocale di troppo. Lo Statuto fondatore del club, venduto all'asta da Bolaffi nel 2016, recava accanto al nome di Kilpin fondatore, capitano e allenatore anche quello di due italiani: Guglielmo Celli e Rinaldo Osculati.
Kilpin, nei giorni del 125esimo anniversario del Milan è stato tumulato al Famedio, dopo aver riposato per 108 anni al Monumentale. Rinaldo Osculati, invece, vive ancora. Almeno nel nome che il discendente dell'avvocato milanese cofondatore del Milan ha ereditato. Il Rinaldo di oggi, Rinni nella Formula 1 inshore di motonautica, è il pilota che detiene il record di longevità nella massima categoria del motorsport acquatico in circuito. Ha chiuso la propria carriera di driver solo dieci anni fa, a quasi 65 anni, con il record di pilota più longevo di sempre alla guida di una Formula 1 inshore. «Gli Osculati sono innanzitutto degli avventurieri», spiega oggi. Ad Affori una via ricorda il prozio Gaetano, uno dei massimi esploratori italiani dell'Ottocento. «Fu ribattezzato il Marco Polo delle Americhe - racconta - In Amazzonia scoprì il Rio Napo, affluente del Rio delle Amazzoni, camminando sulle tracce della mitica Eldorado. Portò in Europa reperti, mappe e descrizioni di linguaggi indigeni. E la cinchona, pianta usata dagli indios per combattere la malaria. Un rimedio sconosciuto nel Vecchio continente. Peccato che buona parte di quei tesori finirono sotto le bombe degli alleati nel 1943, quando fu colpito il Museo di Storia naturale di Milano».
Milano, la città che ha però ereditato dagli Osculati anche le intuizioni di Emilio che dell'esploratore Gaetano era fratello e di Rinaldo il padre. Fu lui nel 1867 a inaugurare la prima linea extraurbana di Milano con il tramway: carrozze trainate da cavalli lungo dei binari. «Al taglio del nastro, con otto carrozze da 45 occupanti l'una, partecipò anche il principe Umberto di Savoia. E anche Monza oggi ha una sua via Osculati, dedicata però proprio a Emilio», racconta Rinaldo.
Che ci siano altri quarti di nobiltà, tra uno dei due soci fondatori del Milan, lo testimonia anche Amalia, trisnonna del Rinaldo di oggi: fu dama di compagnia dell'arciduchessa imperiale Maria Adelaide d'Asburgo, moglie di Vittorio Emanuele II e madre di Luigi che con lo zio Eugenio Villoresi realizzò l'omonimo canale artificiale a nord di Milano. «Il mio bisnonno Antonio, nel suo setificio a Vanzago, fu il primo in Italia a produrre elettricità con turbine idrauliche già a inizio Novecento. Una scelta, per quei tempi, che oggi definiremmo green», aggiunge Osculati, naturalmente tifoso rossonero. «Certo, preferirei che il Milan oggi fosse in mano a italiani.
Ma ancora più importante è che la proprietà straniera si affidi a un management tecnico nostrano. Per me che porto il nome e sono erede di uno dei soci fondatori del club, questi giorni di festeggiamenti per i 125 anni del club sono comunque giorni di grandi emozioni».
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