Lo 007 che ebbe un ruolo chiave quell'8 settembre 1943

Per alcuni Dick Mallaby, l'agente segreto del Soe, sarebbe il vero James Bond. Quel che è certo, è che dopo essersi paracadutato dietro le linee nemiche fu l'unico collegamento tra Londra e l'Italia pronta ad arrendersi agli Alleati

Lo 007 che ebbe un ruolo chiave quell'8 settembre 1943

Per capire chi era Richard Mallaby, agente segreto britannico che si lanciò con il paracadute dietro le linee nemiche nella calda estate del 1943, possiamo tranquillamente affidarci al titolo di un saggio incentrato sulla sua coraggiosa vicenda (L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio) e ripercorre le temerarie imprese dell’antesignano 007 con i lineamenti sottili quanto affilati che giocò un “ruolo chiave” nell’armistizio dell’8 settembre. Quando Londra esigeva una resa incondizionata della nostra Italia sofferente.

Noto con il nomignolo di Dick tra i suoi amici e commilitoni del Soe, lo Special Operation Executive fortemente voluto dallo stesso Churchill che voleva “infiammare il cuore dell’”Europa” attraverso i suoi provetti sabotatori che non dovevano certo risparmiare “il ventre molle” rappresentato dal nostro Paese, era considerato un operativo dal sangue freddo visto il coraggio dimostrato nelle situazioni più pericolose: ragion per cui venne selezionato per la delicata missione che prevedeva nulla di meno del seguire da vicino i negoziati per l'armistizio con l’Italia, seconda potenza dell’Asse, dove a seguito della destituzione di Benito Mussolini, degli sbarchi in Sicilia (Operazione Husky) e all’alba dello sbarco di Salerno (Operazione Avalanche) vedeva ancora 800mila soldati tedeschi nell’Italia che si sarebbe presto spaccata a metà lungo la Linea Gustav.

Secondo alcune versioni, a dire il vero meno accreditate di altre, sarebbero alcune sue missioni segrete che lo messo più di una volta “facci a faccia” con la morte a ispirare Ian Fleming per il suo James Bond: ”Quando si paracadutò in Italia, portava con sé dei codici segreti nascosti in un tubetto di dentifricio, oltre a un cristallo per una radio. Dick era un inglese molto coraggioso. Le sue missioni erano incredibili”, cita l’autore del libro citato in apertura G.Barneschi; ma sappiamo che furono altri gli agenti dello spionaggio, primo tra loro il doppiogiochista Dusko Popov, a rapire la fantasia dello scrittore - anche lui al tempo ufficiale d’intelligence degno di nota.

Ma torniamo a noi. Personaggio chiave nella nostra confusa e complessa storia bellica, Dick Mallaby fu presente non solo alla resa dell’Italia del 1943, ma anche a quella della Germania del 1945, quale protagonista operativo e testimone unico nel suo genere. Insidiato dagli agenti del Sim, il Servizio d’informazione militare italiano, e dei segugi dell’Ovra, la temuta polizia politica fascista con compiti di controspionaggio, l’agente segreto sceso dal cielo scoprì solo dopo quanto delicata era la sua posizioni in Italia e quanto fosse stato vicino alla fine.

Un ruolo fondamentale per il destino dell’Italia

Quale unico operatore radio presente in Italia, Mallaby trasmise in cifra dal 29 agosto 1943 fino alla fatidica giornata di Cassibile – località dove venne ratificato l’armistizio – messaggi del massimo livello di segretezza tra vertici italiani e comando Alleato, fino a ritrovarsi nel ristretto gruppo di 57 personalità che comprendeva il Re d’Italia Vittorio Emanuele III, sua la moglie la Regina Elena del Montenegro, il principe ereditario Umberto di Savoia, il capo del governo Pietro Badoglio ed i vertici delle tre Forze armate italiane, che dalla capitale Roma si recarono nel sud, a Brindisi. Imbarcato come telegrafista sulla corvetta Baionetta – il mezzo prescelto per portare in gran segreto la Famiglia Reale al sicuro oltre la nuova linea di fronte che avrebbe visto l’Italia come una forza cobelligerante – rende la figura dello 007 inglese estremamente interessante considerata la “complessità” di questa pagina della storia del nostro Paese ancora così discussa e divisiva.

L’agente speciale britannico che parlava un italiano perfetto essendo cresciuto in Italia, potè osservare con i suoi occhi le fasi più concitate di quella che venne bollata come “fuga” del Re nel contesto della delicatissima fase di trattativa. E riferire a Londra in seguito “umori” e “intuizioni” fondamentali per il proseguire del conflitto – almeno a livello di intelligence, rapporti di forza e per la “futura” leadership del nuovo alleato.

È noto infatti come sia i servizi segreti britannici, che avevano nel Soe il loro braccio armato, e i servizi segreti americani raggruppati dell’Office of Strategic Services, ebbero ed continuarono ad avere visioni contrastanti nel modo di supportare l’Italia nella fasi più delicate della Liberazione: sia come appoggio militare, alcuni preferivano supportare le formazioni monarchiche, militari ed ex fasciste e vicine alla destra, altri preferivano dare il loro supporto la Comitato di Liberazione Nazionale e alle formazioni partigiane della Resistenza più vicine a posizioni di sinistra. Ulteriore divisione era proprio quella di dare credito dalle informazioni classificate come segrete che sarebbero state passate all’intelligence alleata.

Un’altra missione per l’agente Mallaby

Allo 007 Mallaby venne affidata un’altra delicata missione – codificata come “Edenton Blue” – appena pochi anni dopo. Paracadutato ancora una volta dietro le linee nemiche dell’Italia divisa tra occupanti tedeschi e fedeli alla Repubblica Sociale Italiana stabilita da Mussolini a Salò e Alleati. Venne catturato, e costretto a invitare una straordinaria copertura, asserendo di essere un emissario speciale incaricato dal generale britannico Harold Alexander di entrare in contatto con con il maresciallo Graziani per “verificare le possibilità di una resa concordata che evitasse ulteriori spargimenti di sangue e distruzioni nel nord Italia”.

Interrogato e contro interrogato convinse sia repubblichini e i nazisti d’essere chi sosteneva di essere, finendo al cospetto del generale Karl Wolff, capo della Gestapo dell’Sd (il servizio segreto delle Ss) in Italia. Dalla mediazione tra l’agente britannico e Wolff – che diventerà un protetto della Cia e sfuggirà alla massima pena inflitta del tribunale speciale di Norimberga – si aprirà una negoziazione all’insaputa di Hitler e del capo delle Ss Himmler, che porterà all’accordo per la resa delle forze di occupazione tedesche in Italia. Avvenuta a Caserta il 29 aprile 1945.

Questo colpo di genio venne a lungo tenuto segreto anche dei servizi informazione alleati. Solo i livelli più alti dell’intelligence infatti erano a conoscenza dei dettagli di questa “curiosa” missione di Mallaby: sospettato di essere diventato una spia doppiogiochista per salvarsi la vita dopo la cattura.

Le delicate e temerarie missioni portate a termine da Richard Mallaby come il suo ruolo particolare rimasero secretate a lungo, ben oltre la fine del conflitto. Trasferitosi a vivere in Italia, morì prematuramente a soli 61 anni nel 1981, dopo aver messo su famiglia.

Il 23 settembre 2016 è stato insignito della Medaglia d’oro, consegnata postuma ai figli.

È seppellito ad Asciano, un paese della Toscana che amava profondamente, dove aveva abitato da ragazzo con la sua famiglia prima della guerra, e dove i contadini nostrani erano soliti chiamarlo “il signorino Dicche”, a quanto ci hanno raccontato nei libri che tengono viva la sua storia di dedizione, coraggio, e grande amore per la nostra terra.

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