Il D-Day 80 anni fa. L'Occidente serra i ranghi: "Nostri valori sotto attacco"

In Normandia sono in corso le celebrazioni per l'80esimo anniversario del D-day alla presenza di capi di Stato, di governo e teste coronate

Il D-Day 80 anni fa. L'Occidente serra i ranghi: "Nostri valori sotto attacco"
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Di quello storico 6 giugno del 1944 restano pochi reduci, qualche sgangherato relitto e un mare di croci bianche sotto la salsedine della Normandia. Il giorno che sancì l'apertura del secondo fronte, tanto richiesto da Stalin ai suoi omologhi alla Conferenza di Teheran, si trasformava in una delle più grandi operazioni militari della storia dell'umanità.

Ottanta anni dopo, con una dichiarazione congiunta, le celebrazioni del D-day si chiudono con parole che confermano il sostegno incrollabile a Kiev, per la pace nell'Unione Europea di fronte ai valori "sotto attacco" e al "dovere storico di proteggerli".

Un'occasione per commemorare la scintilla del percorso verso la ritrovata libertà degli Europei, che oggi più che mai si carica di significati simbolici mentre due conflitti principali e una miriade di guerre "minori" turbano l'ordine internazionale. Gran cerimoniere delle celebrazioni, il presidente francese Emmanuel Macron (e signora) in una settimana così carica di significati come questa che precede le elezioni europee e il G7 di Puglia, in Italia. Il presidente della Repubblica francese è arrivato a Omaha Beach, accompagnato dalla moglie Brigitte. Con lui anche il premier Gabriel Attal.

Il Capo dell'Eliseo ha accolto i Capi di Stato e di Governo riuniti in Normandia per celebrare lo speciale anniversario. Tra loro, tra gli altri, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente Usa Joe Biden, quello canadese Justin Trudeau, re Carlo III, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, il presidente polacco Andrzej Duda, il ceco Petr Pavel, il re Filippo del Belgio, Federico X sovrano di Danimarca e Guglielmo Alessandro re di Olanda.

"Qui, sulla costa della Normandia, si è svolta la battaglia tra libertà e tirannia". Nel suo discorso alla commemorazione per l'80esimo anniversario dello sbarco in Normandia, il presidente Usa ha iniziato ricordando il male e la devastazione scatenata nel mondo dalle forze di Hitler. "Il malvagio Terzo Reich aveva devastato il mondo. La Germania nazista aveva soggiogato le nazioni un tempo libere dell'Europa attraverso la forza bruta, le bugie e un'ideologia distorta", ha sottolineato Biden.

"Milioni di ebrei erano stati coinvolti nell'Olocausto. Milioni di altre persone uccise da bombe, proiettili e guerre sanguinose. Hitler e quelli con lui pensavano che le democrazie fossero deboli e che il futuro appartenesse ai dittatori", ha dichiarato il presidente americano, alla cerimonia ospitata dal leader francese Emmanuel Macron. "Qui, sulla costa della Normandia, si sarebbe svolta la battaglia tra libertà e tirannia", ha aggiunto per poi ringraziare i veterani presenti.

Il presidente francese, nel rimarcare lo stato di salute delle relazioni Usa-Francia, ha elogiato la "grandezza di un popolo pronto a morire su un terreno che non è il suo" nel suo discorso al cimitero americano di Colleville-sur-Mer. "Queste umili tombe bianche" sono "uno dei luoghi più commoventi della Francia", ha dichiarato Macron. Il presidente francese ha consegnato le insegne di Cavaliere della Legione d'Onore ai tre veterani Richard Calvin Rung, (nato nel 1924, partecipò come sottufficiale all'operazione Overlord il 6 giugno a Omaha Beach), Joseph B. Miller, (nato nel 1925, arruolato nel maggio 1943 nell'esercito americano come autista, fu inviato in Inghilterra, sbarcò il 6 giugno 1944 a Omaha Beach e guidò missioni logistiche durante la fine della guerra); Arlester Brown.

Gli ha fatto eco il cancelliere tedesco, quasi in segno di ammenda per le responsabilità tedesche di più di 80 anni fa. Olaf Scholz, ha infatti definito lo sbarco alleato in Normandia il 6 giugno 1944 come un “giorno di liberazione” per la Francia, per molti altri paesi europei occupati, ma anche per la Germania. La data segna “l’inizio della fine del sistema disumano del nazionalsocialismo, della sua follia razziale e del militarismo, della volontà di distruzione e delle fantasie imperialiste”, ha scritto Scholz in un articolo pubblicato per il quotidiano francese Ouest France, come riporta Welt. Il coraggio dei liberatori ha aperto la strada alla Germania verso la democrazia e la libertà, la prosperità e lo stato di diritto, ha detto ancora Scholz, aggiungendo che "questo coraggio ha dato a noi tedeschi la possibilità di un nuovo inizio”.

Il presidente ucraino Zelensky, invece, arrivato a Omaha Beach accompagnato dalla moglie, è stato accolto dal presidente francese che lo ha abbracciato a lungo. I presenti gli hanno tributato un caloroso applauso. "La celebrazione dello sbarco degli alleati in Normandia ci ricorda il coraggio e la determinazione dimostrati per il bene della libertà e della democrazia. Allora gli alleati difendevano la libertà dell'Europa, gli ucraini difendono la libertà dell'Europa adesso. L'unità vinse allora, la vera unità può vincere anche adesso", scrive su Telegram il presidente ucraino.

Un evento quanto mai carico di significati subliminali in questo 2024 segnato da appuntamenti importanti e conflitti. Il presidente Usa, infatti, giugnge qui a celebrare l'eroiche gesta dei suoi avi, accolti come "liberatori", in un momento in cui sta tentando di imporsi come il negoziatore fra Israele e Hamas, per giunta alla vigilia delle elezioni americane. Ma anche l'Europa si appresta a vivere una vigilia elettorale, ove gli elementi carismatici del sistema Unione rischiano di soccombere di fronte all'euroscetticismo incalzante.

Il padrone di casa Macron, dalle coste della Normandia, tenta di far rivivere la gloria di quel momento di liberazione, non dimenticando di calcare la mano sul discorso "giovani e sacrificio": un'allegoria funzionale alla propria visione del ruolo delle forze francesi in Ucraina. Allegorie e paralleli che riguardano anche l'Ucraina di Zelensky: Kiev è, infatti, la nuova Francia da liberare, e il presidente ucraino dalle spiagge della Normandia è fra i suoi omologhi per perorare la propria causa fra i grandi d'Europa e del mondo.

"Di fronte al ritorno della guerra nel nostro continente, di fronte a coloro che affermano di voler cambiare i confini o riscrivere la storia, dobbiamo essere degni di coloro che l'hanno scritta qui".

Lo ha detto il presidente francese rivolgendosi a Zelensky. "La sua presenza, signor presidente dell'Ucraina, dice tutto - ha aggiunto - grazie al popolo ucraino, al suo coraggio, al suo gusto per la libertà. Siamo con voi e non ci indeboliremo".

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