Il 6 giugno del 1944, furono oltre 160mila i soldati americani, inglesi, canadesi e francesi liberi che presero parte a Neptune e Overlord, ancora oggi tra le più imponenti operazioni militari della storia che videro il loro D-Day. Obiettivo: invadere la Fortezza Europa occupata dai tedeschi e aprire un secondo fronte per alleggerire lo sforzo a est, dove l'Armata Rossa, dopo il risveglio del grande Orso russo, avanzava irrefrenabile al costo di milioni di uomini per puntare al cuore della Germania nazista.
Sulle coste della Normandia - in una fascia costiera lunga ottanta chilometri, per una profondità compresa tra i dieci e i cinque chilometri dal mare, soggetto a mutevoli maree - vennero sbarcate e aviotrasportate 9 divisioni come avanguardie del grande corpo di spedizione del 21th Army Group agli ordini del generale britannico Bernard Montgomery. Lo stratega vincitore della campagna del Nord Africa che dipendeva dal generale statunitense Dwight Eisenhower, comandante supremo della forza Alleata.
Il piano strategico, messo a punto dopo quasi un anno di modifiche, addestramenti specifici, ricognizioni fotografiche, vaste operazioni spionaggio che erano arrivate fino al punto di "sottrarre della sabbia" dalle spiagge prescelte per spedirle in Inghilterra e farle analizzare nella loro composizione, aveva come obiettivi principali il controllo delle spiagge di sbarco di Utah e Omaha per gli americani, oltre alla scogliera di Pointe du Hoc; e di Gold, Juno, Sword per gli anglo-canadesi.
L'ordine era quello di avanzare oltre le difese trincerate tedesche per ricongiungersi con le truppe aviotrasportate che nel frattempo avrebbero eliminato batterie costiere, minato o conquistato ponti, strade costiere e campi d'aviazione. Dopo aver consolidato le teste di ponte nel minor tempo possibile - cosa che avrebbe garantito agli Alleati di non essere "ricacciati in mare" come avvenne nel fallito raid su Dieppe - si sarebbe mirato al controllo dei porti per accogliere il grosso dei rinforzi e avanzare verso nuovi obiettivi.
I cinque settori principali andavano dall'estuario del fiume Orne a Ouistreham, all'entroterra della penisola del Cotentin, dove erano invece il canale di Carantan, ed erano i più prossimo ai futuro obiettivi strategici come il porto di Cherbourg, in cui sfociavano il fiume Douve e l'affluente Taute. Secondo i piani, mentre gli americani sarebbero avanzati verso Cherbourg e verso i porti della Bretagna, gli inglesi e i canadesi avrebbero "impegnato" il nemico.
Il giorno più lungo
All'alba del 6 giugno 1994, commandos francesi e piloti da caccia della Reale aviazione canadese, rangers dell'Us Army, marinai della Royal Navy, paracadutisti americani, e ancora Royal Marines, bombardieri, alianti, mezzi da sbarco e carri armati appositamente sviluppati per "galleggiare" (anche se non funzioneranno, ndr) si riverseranno sulle coste della Normandia, nel Calvados. Lì dove le fortificazioni del Vallo Atlantico che era stato "innalzato" con i suoi bunker e i suoi cannoni, le sue trappole anticarro, disseminato di cavalli di frisia e mine, dalla Danimarca all'ultima spiaggia della costa bretone al confine con la Spagna, sono meno "concentrate" e inespugnabili nonostante gli sforzi del generale tedesco Erwin Rommel, la vecchia volpe del deserto che era stata assegnata a ispezionare della Fortezza europea.
Il settore scelto dagli Alleati per gli sbarchi segnava il confine operativo tra la 15ª Armata e la 7ª Armata della della Wehrmacht, il vasto schieramento di forze tedesche cui era affidato il controllo del settore costiero e dell'entro terra dal Belgio alla Francia settentrionale che, a causa della scarsità di unità corazzate e mezzi aerei (ormai incapaci di fronteggiare nel cielo gli Alleati che avevano ottenuto la completa supremazia aerea, ndr), non potè contare - come Rommel aveva richiesto - di una sufficiente concentrazione "a ridosso delle spiagge" di una forza completa, imperniata sulle divisioni Panzer. Essenziali, ma tenute in pozione di retroguardia per intervenire nella controffensiva "decisiva" come suggerito dal generale Guderian.
Come comandante del Gruppo di Armate B, forti delle armate concentrate nella zona del Pas de Calais - dove ci si attendeva lo sbarco per il grande depistaggio delle "armate fantasma" architettato nell'operazione Fortitude - il generale Rommel era sempre stato conscio dell'impossibilità di tenere un secondo fronte se fosse stata avviata una guerra di movimento. E che l'unica possibilità di successo consisteva nel "bloccare" la forza di sbarco sulla battigia. Al suo aiutante di campo Rommel disse: "Credete a me, Lang! Le prime ventiquattr'ore dopo lo sbarco, saranno decisive," aggiungendo "..per gli alleati come per i tedeschi sarà del giorno più lungo".
Tra le prime ore della notte, quando i primi pathfinders delle divisioni aviotrasportate inglesi e americane toccarono terra per "illuminare" con piccoli segnali luminosi e i segnali radio le zone di lancio dei paracadutisti, e l'ora H degli sbarchi, che avvennero tra le 6:00 e le 7:45 del mattino, la Francia venne invasa - anche grazie all'ausilio di temerari agenti segreti e della Resistenza francese, che vide i maquisards impegnati in ampie e diffuse azioni di sabotaggio - dalla più grande forza d'invasione mai vista nella storia bellica.
Di quell'enorme forza di uomini, diecimila perderanno la vita solo il primo giorno: il D-Day, il "giorno più lungo".
I loro compagni, dopo un'aspra battaglia nel bocage normanno contro le unità d'élite delle Ss e le Panzer-Division scatenate da Hitler, conquisteranno, uno dopo l'altro, tutti gli obiettivi prefissati nella grande battaglia di Normandia. Il 25 di agosto libereranno Parigi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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