Storie di esploratori, guerrieri e mercanti

I romani, sulle tracce dei greci, come scoprirono l’Asia centrale e la Cina? Che cosa pensavano e cosa sapevano i cinesi del mondo europeo prima che cadessero le «cortine di ferro e di bambù» che a lungo hanno reso inaccessibili quelle regioni a viaggiatori e ricercatori? E come hanno fatto quelle popolazioni a conservare per secoli il segreto della produzione della seta? Marco Polo arrivò davvero alla corte di Kublai Kan, oppure è solo una leggenda? Sono le domande - o almeno, alcune delle domande - cui tenta di rispondere Luce Boulnois - storica e «ingegnere ricercatrice» del Cnrs, specialista di Storia della Via della Seta e di Scambi transhimalayani - nel suo nuovo saggio La via della seta. Dèi, guerrieri, mercanti (Bompiani, pagg. 554, euro 13) che racconta i rapporti tra Oriente e Occidente e le reciproche influenze alla luce anche delle ultime scoperte archeologiche.

Dalle città «favolose» come Samarcanda alle avventure di viaggiatori, diplomatici, mercanti ed eserciti sulle rotte dell’Oriente fino ai nuovi collegamenti grazie a strade, turismo e gasdotti, un’«esplorazione» lunga oltre due millenni sulla via che unisce da sempre Europa e Asia.

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