Boicottaggio dei test Invalsi. Dopo i sindacati la parola d'ordine è passata anche fra gli studenti, i più grandi del secondo anno delle superiori. Domani infatti parte il monitoraggio sulla preparazione degli alunni attraverso una serie di test messi a punto dall'Istituto nazionale di Valutazione che verranno somministrati in questa settimana in seconda e quinta elementare, in prima media e per primi, domani appunto, ai ragazzi del secondo anno della secondaria superiore.
Già da molte settimane è partito il tam-tam dei sindacati di base. Cobas e Unicobas hanno invitato docenti e dirigenti a impedire le prove considerate addirittura incostituzionali. L'Unicobas è arrivato a proclamare due giorni di sciopero proprio quando vanno svolte le prove, il 12 ed il 13 maggio. I sindacati di base in particolare sottolineano come non sia prevista alcuna retribuzione aggiuntiva e dunque, denunciano, non basta neppure il via libera da parte del collegio dei docenti dell'istituto per imporre al professore la somministrazione del test agli alunni.
Qualche giorno fa è iniziato il passaparola anche tra gli studenti delle superiori attraverso volantinaggi e siti web. In particolare in alcuni licei romani è già stato deciso o di consegnare i test in bianco o addirittura di non entrare a scuola. L'accusa sollevata dai ragazzi è quella di volerli «schedare». Anche se i test sono anonimi, dicono, con un codice si potrà risalire all'autore. L'idea da parte di chi vuole boicottare i test è quella di ipotizzare l'accusa di «interruzione di pubblico servizio». La somministrazione dei test, sostengono, interromperebbe il normale svolgimento delle lezioni.
Ma il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, in una circolare emanata qualche giorno prima di Pasqua ha avvertito gli istituti: i test non possono essere elusi, la scuola non si può tirare indietro. Scrive il ministro nella circolare che «apparirebbero quanto meno improprie le delibere collegiali che avessero ad oggetto la mancata adesione delle istituzioni scolastiche alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti» perchè «in contrasto con la doverosità delle rilevazioni».
Cisl, Uil, Snals-Confsal e anche la Cgil pur criticando in modi diversi nel metodo e nel merito i test Invalsi sono pure contrari a qualsiasi forma di boicottaggio, ritenendo comunque indispensabile una valutazione del sistema anche la vorrebbero vedere applicata in modo più condiviso.
Molto probabilmente il boicottaggio potrebbe avere un risultato più concreto nelle superiori, grazie alla partecipazione degli studenti, mentre nelle medie e nelle elementari non dovrebbe andare al di là di una semplice azione di disturbo.
Sarà importante però vedere come si comporteranno le superiori e se davvero riusciranno a sabotare i test Invalsi visto che la Gelmini sta valutando l'idea di rivoluzionare l'esame di maturità, introducendo «una prova nazionale sul modello Invalsi, analoga a quella già introdotta nell'esame di terza media» già dal prossimo anno scolastico. La maturità nel 2012 dunque diventerebbe uno scoglio ancor più difficile da superare perchè arricchito di una prova in più uguale per tutti.
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