Sul Titanic la casta balla in prima classe

La Casta, come specie della politica mantiene in tutte le situazioni l’istinto predatorio che la contraddistingue. Come gli squali, che anche dopo aver mangiato azzannano nuove prede.
La Casta è vorace e le condizioni generali del Paese e della congiuntura internazionale non sono un ostacolo alla sua cupidigia. Ci prova e ci riprova e ancora ci riproverà fino a che il corpaccione statale, sfiancato e indifeso non potrà opporre resistenza. Pensate agli ultimi giorni. Il governo ha varato misure di lacrime e sangue per i cittadini, ma proprio mentre si annunciavano i sacrifici parte della Casta si muoveva famelica avanzando pretese. Il meccanismo è noto: parte all’attacco una parte della Casta (nella specie gli esponenti dei consigli regionali) tanto poi i benefici si estenderanno a pioggia su tutti gli eletti. Sono in molti a sostenere che questo Paese sia spaccato, ma non è determinante la distinzione destra-sinistra, la vera spaccatura è altrove. Da una parte i cittadini comuni che si beccano in pieno gli effetti della congiuntura e continuano ad alimentare con i loro sacrifici quell’organismo asmatico e podagroso che è lo Stato; dall’altra i privilegiati della Casta che succhiano risorse indebolendo ancor più un corpo malato. La vera spaccatura è questa e i cittadini l’avvertono, con rabbia e sofferenza. E attendono dal governo un azione riequilibratrice. Giulio Tremonti, che con Silvio Berlusconi traccia e mantiene la rotta della salvezza, afferma che gli italiani debbono essere uniti per evitare che si ripeta la tragedia del Titanic. Sul transatlantico si ballò fino all’ultimo poi calò la notte della morte. A voler rispettare la tragica metafora, gli esponenti della Casta ballarono fino all’ultimo. Poi trovarono posto sulle scialuppe di salvataggio, mentre fra marosi e iceberg rimasero i comuni passeggeri, così simili ai cittadini che oggi affrontano il mare infido della crisi globale.
Il governo deve trovare annullare la frattura fra chi balla e chi soffre.

L’Italia se lo aspetta e pur riconoscendo l’istinto insopprimibile dei lupi e delle volpi non è disposta a tollerare la famelica aggressività della Casta. Sono tempi duri e non è giustificabile alcuna mollezza nei confronti di chi da decenni mangia senza rischi, soltanto perché la guardia è stanca e nessuno è sveglio.

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