La svolta di Di Pietro: no all'antiberlusconismo E apre a riforme col Cav

Il leader dell'Idv tuona contro il Pd sulle colonne del Secolo d'Italia: "Mi criticano perché ho parlato col Cav? Sono gelosi. E Letta andasse a vendere le banane"

La svolta di Di Pietro: 
no all'antiberlusconismo 
E apre a riforme col Cav

Milano - Di Pietro dismette i panni del giustizialista e dell'urlatore per indossare quelli del moderato. E continua ad attaccare il Pd e il Sel di Vendola. "Noi dobbiamo dismostrare che sappiamo confrontarci e governare", dice Antonio Di Pietro, in una intervista al "Secolo d’Italia". "Vorrei discutere di programmi, di cose utili al Paese. Ma il Pd aspetta, aspetta, tergiversa", spiega. Per quanto riguarda le accuse mossegli dal Pd per il suo colloquio alla Camera con il premier, l’ex pm osserva: "I cittadini possono dire quello che vogliono ma i miei alleati no, hanno fatto la figura dei Ridolini cirticandomi, per gelosia, forse.." e a Enrico Letta dice: "Andasse a vendere le banane, lo dico da contadino".

"Un vero leader parla con tutti" "Un vero leader parla con tutti, anche con Berlusconi, di tutto ciò che può fare l’interesse del Paese. Idv in Parlamento discuterà di cose concrete senza guardare al colore del partito", spiega Di Pietro che poi dice che si potrà discutere per esempio di "una legge elettorale che ridia agli elettori la possibilità di esprimere le preferenze e crei una griglia di regole per la selezione delle candidature" mentre, una riforma della giustizia "serve" ma lì "la pregiudiziale Berlusconi se l’è data da solo perché ha dimostrato che vuole riformare solo le cose che gli interessano".

Vendola: Di Pietro sbaglia "Sbaglia Di Pietro ad attaccare Bersani e me, e a chiedere una convocazione politicistica di leader per scrivere un programma nelle stanze chiuse. È l’opposto del messaggio che ci viene dal referendum. Costruiamo momenti anche simbolici in cui ascoltiamo dalla nostra piazza i punti dell’agenda". Intervistato dal Manifesto, Nichi Vendola attacca Antonio Di Pietro e l’Idv. Del "riposizionamento" dei dipietristi, dice, "è inaccettabile il modo", così Di Pietro "offre un argomento formidabile a una maggioranza allo sbando, attacca Bersani e me dicendo che non c’è l’alternativa. E propone il tema del programma nella forma più vecchia e politicistica: lui, io e il leader del Pd dovremmo riunirci in una stanza per scrivere il libro del futuro?".

"Ciò sarebbe capovolgere il significato di quello che è accaduto in Italia nelle ultime settimane. Sottrarre alla partecipazione democratica, a quel diritto di ingerenza che ha scompaginato i giochi ai referendum, l’oggetto vero del cambiamento e cioè le scelte che devono riguardare la vita, il lavoro, la scuola, l’ambiente, la parità di genere". Di Pietro, aggiunge, Vendola "torna al moderatismo radicale delle origini" ma "non deve ridurre l’alternativa a una problema di agreement tra stati maggiori".

"Di Pietro ha sempre addosso la toga" "Non mi piace l’atteggiamento di chi ha sempre addosso una toga e un dito puntato. Propongo a tutti una clausola di stile: evitiamo gli effetti speciali.

Capisco il problema di Di Pietro: vede esaurito lo spazio della rincorsa a sinistra. E sceglie di ricollocarsi come ala destra del centrosinistra. In sostanza torna al moderatismo radicale delle origini. Intendiamoci, non è trasformismo solo un riposizionamento", ha affermato Vendola.

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