Un voto non basta più, anzi, è eccesso di potere. Non è più sufficiente assegnare il voto a un elaborato scritto, la Commissione d'esame deve motivare il giudizio di inidoneità specificando quali sono le inesattezze o le carenze del testo. È quanto disposto dal Tar di Palermo che ha accolto il ricorso di V.G, originaria di Partanna (Tp), che si è rivolta al tribunale amministrativo per contestare il risultato negativo conseguito partecipando all'ultimo concorso magistrale per l'insegnamento nella scuola elementare. «Il Tar - dice l'avvocato Gianni Caracci, legale della candidata non idonea - ha accolto la tesi secondo cui la Commissione d'esame incorre nell'eccesso di potere laddove si limiti ad attribuire un semplice voto numerico al tema, senza esplicitare con adeguata motivazione quali siano state concretamente le carenze riscontrate, a maggiore ragione laddove i criteri di valutazione siano vaghi e poco precisi».
Secondo i giudici della seconda sezione del Tar (relatore Francesca Aprile), il voto attribuito al tema della candidata, privo di correzioni e indicazioni che possono fare evincere quali siano le lacune, «è insufficiente - aggiunge il legale - rispetto all'obbligo di motivazione della pubblica amministrazione».
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