Mai chiedere gli anni a una donna. Lo sanno anche i sassi. Ma c'è chi deve farlo non per piacere ma per dovere, come i carabinieri che hanno controllato i documenti di una commerciante di Riccione fermata casualmente a un posto di blocco. Scoprendo che la signora aveva ritoccato la carta d'identità per sembrare più giovane con il nuovo fidanzato. Peccato veniale nella Romagna goduriosa, così la donna ha evitato l'arresto ma non ha potuto evitare almeno la denuncia.
La signora in questione, descritta come «molto piacente» e molto più giovane dei suoi anni, girava infatti con due carte di identità: la prima con la sua vera data di nascita, e la seconda «sistemata» in cui il 1953 era diventato «magicamente» un 1958. Un piccolo aggiustamento, fatto con due colpi di penna «a chiudere» il 3, fatto per amore, per non deludere un uomo più giovane con cui stava uscendo in questi ultimi tempi. Un trovata che, tradotta in linguaggio giuridico, diventa «falso materiale», un reato punibile con una pena da uno a quattro anni.
«Ho fatto una stupidaggine, ho sbagliato», ha ripetuto più volte la donna che voleva sembrare più giovane per amore. La signora, che ha un negozio nella città romagnola, era stata infatti fermata in auto dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Riccione lunedì scorso. Un normale controllo, e un'altrettanto normale richiesta di documenti. Al posto della patente, la commerciante ha mostrato il permesso di guida provvisorio. Poi ha tirato fuori la carta di identità. Ma nei due documenti la data di nascita non coincideva, e il dettaglio non è sfuggito ai militari. Allora la donna ha cercato di rimediare consegnando un altro documento: una carta di identità simile alla prima, a parte due piccolissimi tratti di penna aggiunti al tre, diventato così un otto, e che la alleggerivano improvvisamente di cinque anni.
Un giochino possibile perché in passato la donna aveva finto di aver perso la carta di identità e ne aveva ottenuta un'altra. Sulla prima però, che aveva conservato, aveva modificato l'anno di nascita. Ad ammetterlo è stata lei stessa in caserma, tra le lacrime. Di fronte alla palese contraffazione, non si è inventata altre scuse. E quando ha capito cosa stava rischiando per amor di vanità, ha confessato la bugia d'amore. Se infatti si falsifica un documento di identità e si viene sorpresi in flagranza, l'arresto è facoltativo.
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