Ormai, la monumentale saga di Assassin’s Creed ha già rilasciato diversi titoli che hanno accompagnato una massa incalcolabile di videogiocatori, sparsi in tutto il mondo, in trame appassionanti, ambientate nelle più disparate epoche storiche e impersonando ogni volta personaggi affascinanti e pieni di risorse, gli assassini. Era giunta l’ora, dunque, di cambiare qualcosa per dare una ventata d’aria fresca alla saga; perciò, la Ubisoft si è concessa un anno in più per dedicarsi a questo nuovo capitolo, Origins, pronto a stupire tutti con il fascino dell’Egitto Tolemaico.
Ci troviamo, appunto, in uno dei territori più ricchi e avvolti dal mistero dell’antichità, durante il regno del faraone Tolomeo, intorno al 40 a.c, che sta venendo rovinato dall’ordine degli antichi, una setta che, bramosa di potere, influenza l’ancora troppo giovane faraone a compiere azioni dannose per il popolo, ma vantaggiose per loro, ottenendo di fatto il dominio sull’Egitto. Bayek di Siwa, il Medjay e guardiano d’Egitto, tenterà, quindi, di ristabilire la pace e riportare la sua patria agli antichi splendori, uccidendo, a uno a uno, i membri dell’ordine, rei, in passato, di aver assassinato, tra le altre cose, suo figlio.
La modifica più evidente che è stata applicata a questo nuovo titolo è senz’altro quella del combat system, completamente rivoluzionato e che ricorda quello dei «souls». Potremo agganciare il bersaglio per attaccarlo con colpi leggeri, pesanti o caricati, schivare con rotolate o (ri)pararci con lo scudo e usare al meglio le abilità apprese nel classico «albero», salendo di livello. Tutto ciò, però, sarà efficace contro avversari di livello simile al nostro, perché, da quest’anno, i nemici avranno un potenziale a cui dovremo fare molta attenzione, dato che, come in ogni RPG, avremo poche possibilità di vittoria contro i personaggi ostili più forti di noi, che non saranno abbattibili nemmeno con l’attacco furtivo classico degli Assassin’s Creed o con frecce scagliate in pieno viso. Questo importante fattore condiziona anche l’intera avventura, aggiungendo la necessità del giocatore di aumentare di livello il proprio personaggio attraverso le numerosissime missioni secondarie sparse in tutto l’Egitto, offrendo, da una parte, l’opportunità al player di apprezzare al meglio il titolo in tutto il suo insieme, ma, dall’altro, rallentando notevolmente il gameplay dei videogiocatori interessati solo al completamento della storia principale.
La mappa che ci troveremo ad esplorare è veramente immensa e racchiude i monumenti più affascinanti d’Egitto, come le piramidi, la sfinge e i templi dedicati alle divinità, e le città, che vanno dai piccoli villaggi a quelle più estese e popolate come Cirene e Alessandria.
Questa nuovo modo di concepire Assassin’s Creed mi ha colpito particolarmente e credo che appassionerà anche tutti gli altri fan della saga.
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