Una rivoluzione in 35 tasti: la calcolatrice scientifica fa 50 anni

Compie 50 anni la Hewlett Packard HP 35, prima calcolatrice scientifica portatile al mondo. Come molte inovazioni tecnologiche che hanno cambiato la nostra vita, nacque da una necessità, quella di avere un calcolatore da taschino

Una rivoluzione in 35 tasti: la calcolatrice scientifica fa 50 anni

All'inizio c'era l'abaco, uno strumento che veniva utilizzato per facilitare i calcoli. Fatto di legno con palline colorate che servivano per fare i conti, è tutt'ora usato soprattutto in Cina, per insegnare i primi rudimenti di calcolo ai bambini. Da quell'epoca lontana, tanta strada è stata fatta per arrivare alla prima calcolatrice scientifica, che compie oggi, 1° febbraio, 50 anni.

Una "signora" ancora giovanissima che uscita nel 1972 cambiò la vita di tutti. Fu infatti la prima calcolatrice scientifica tascabile al mondo. Possederla, a parte l'utilità, era quasi uno status, come un po' ora avere l'ultimo modello di palmares. Con il suo arrivo finì l'epoca del grandi e coltosi calcolatori meccanici manuali, aprendo la platea di utilizzo, non solo a chi per lavoro doveva utilizzarla, ma anche a studenti e casalinghe, che la sfoggiavano orgogliose.

La Hewlett Packard HP 35, così chiamata perché dotata di 35 tasti, rappresentò in effetti il primo computer palmare al mondo. Era nata dalla visione, ma anche dall'esigenza, del manager Bill Hewlett, che nel 1939 insieme a David Packard, aveva fondato la multinazionale statunitense dell'informatica HP, molto attiva nel mercato dell'hardware. Hewlett volle produrla a tuttti i costi nonostante le proiezioni di mercato non gli davano ragione.

Fu però lui a vincere la sfida, e nonostante il costo di produzione alto, circa un milione di dollari, e il lavoro di due anni di venti ingegneri, alla fine solo nei primi tre anni, le vendite superarono le 300mila unità. Le prime prodotte, avevano una curiosa caratteristica. Un piccolo foro a destra dell'interruttore di accensione, che si illuminava di rosso quando il dispositivo era acceso. Questo fu definito un "difetto di fabbricazione", ma quelle 10mila unità sono ora, per chi le possiede, un vero tesoro.

Questi primi prototipi avevano anche un'altra particolarità: il logo HP stampato all'interno del vano batterie e nessun numero di serie. Questo perché i primi esemplari prodotti negli stabilimenti di Palo Alto, in California, erano pensati per essere utilizzati dagli ingegneri della fabbrica. William Hewlett si era infatti lamentato che quelle usate in azienda, erano poco maneggevoli e ne aveva chiesta una versione che potesse entrare nel taschino della camicia.

Fu quello il colpo di genio. Avere un calcolatore da taschino fu qualcosa che tutti volevano e iniziarono a fioccare gli ordinativi. I modelli successivi erano dotati di un display a led rossi, che limitavano la durata delle batterie a 3 ore. Permetteva di calcolare fino a 10 cifre decimali e di eseguire tutte le funzioni trigonometriche e logaritmiche solo con la digitazione. Il suo funzionamento si basava sulla Notazione Polacca Inversa (Rpn), un sistema di inserimento dei dati basato su registri di memoria e più veloce del Sistema Algebrico, ovvero il sistema classico che usano tutte le calcolatrici.

Giusto per far capire la portata di questo strumento, basti pensare che la calcolatrice fu nominata da Forbes come uno dei 20 prodotti di tutti i tempi che hanno cambiato il mondo, ed è stata la prima ad essere utilizzata a bordo di veicoli spaziali per calcolare l'angolo esatto di

rientro nell'atmosfera terrestre. Ha anche raggiunto la cima del Monte Everest per l'uso in calcoli di altitudine e di navigazione, ma ha anche aiutato tanti studenti nei compiti. Forse la cosa per cui tutt'ora è così amata.

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