Clubhouse: come funziona il social di cui tutti parlano

Clubhouse è una piattaforma che si basa esclusivamente sulle interazioni vocali: stanze in cui discutere liberamente di ogni tema, nessun archivio di post o contenuti

Clubhouse: come funziona il social di cui tutti parlano

Clubhouse non è un social network come tutti gli altri, a dire il vero non è nemmeno un social network vero e proprio, almeno non come i vari Facebook, Instagram, Twitter e TikTok che tutti conosciamo bene. La migliore descrizione per rappresentarlo è quella di una piattaforma che basa ogni interazione esclusivamente sulla voce con stanze (Room) all'interno delle quali discutere liberamente delle tematiche più svariate, con una netta divisione tra chi modera e chi ascolta: i primi hanno diritto di intervento, gli altri possono dire la loro "alzando la mano" e attendendo che venga concessa parola, un po' come accade nelle riunioni di Teams, Meet o Zoom.

Niente testi, niente foto, niente video. È proprio questo che rende Clubhouse differente e da un certo punto di vista meno complesso in termini di tutela della privacy. Di fatto non viene creato alcun archivio di post e contenuti connessi all'account, risolvendo ogni problema a monte. La comunicazione è cifrata, ma al momento non è chiaro con quale metodo.

Lanciato nella primavera scorsa durante i primi mesi della pandemia da Paul Davison e Rohan Seth, ex dipendenti di Pinterest e di Google, è oggi disponibile esclusivamente per il download sotto forma di applicazione iOS. La controparte per Android è in fase di sviluppo, ma non è dato a sapere entro quando verrà pubblicata.

Clubhouse: l'applicazione

Scaricare l'app e installarla sul proprio iPhone però non è sufficiente. Per accedere a Clubhouse è necessario un invito da chi già fa parte della community. Insomma, un sistema in un primo momento chiuso. Anche questo contribuisce ad accrescere l'interesse verso la piattaforma. Tra gli altri requisiti l'aver compiuto 18 anni.

Una volta registrati viene chiesto di indicare alcuni interessi personali così da ottenere suggerimenti mirati sulle Room da frequentare. Ci sono poi i Club, gruppi di persone che si incontrano per confrontarsi su un determinato argomento.

L'idea intriga ed è già arrivato un primo finanziamento da 100 milioni di dollari.

Nel momento in cui i social "tradizionali" affrontano una fase di stallo, in primis per via delle pressioni esercitate dalle autorità sul fronte privacy, un progetto simile può trovare terreno fertile per prosperare. Ne sentiremo ancora parlare.

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