Il desiderio di tutelare i propri dati online sta spingendo sempre più persone a cercare piattaforme alternative alle solite note. Il caso WhatsApp di questi giorni è emblematico. Qualcosa del genere sembra stia accadendo, seppur più in piccolo e più lentamente, anche nel mondo dei motori di ricerca. DuckDuckGo, sistema che garantisce query anonime senza immagazzinare informazioni a scopo pubblicitario, ha sfondato quota 100 milioni di interrogazioni in questo inizio 2021 e lo scorso 22 gennaio ha registrato il nuovo record assoluto di richieste quotidiane nei suoi dodici anni di storia: 102.632.559. La media giornaliera è schizzata dai quasi 52 milioni di gennaio 2020 a oltre 93 milioni.
Una crescita lenta e costante, quella del motore di ricerca lanciato nel 2008 negli Stati Uniti, che si può ricostruire dai dati che, con trasparenza, rende disponibili in una sezione del sito: dai 2 milioni del dicembre 2010 è passato a quasi 2 miliardi e mezzo di domande da tutto il mondo a dicembre 2020. Ancora poca cosa rispetto ai 4 miliardi di “invio” fatti con la barra di Google, ma comunque un segnale che evidenzia una sensibilità crescente del popolo della rete per quanto riguarda la gestione delle proprie informazioni da parte dei servizi online.
DuckDuckGo ha fatto della privacy il suo punto di forza. Dichiara, infatti, di non immagazzinare i dati collegati alle ricerche: non memorizza alcun indirizzo IP, non registra informazioni sull’identità dell’utente e usa i cookie solo quando strettamente necessario, ad esempio per le impostazioni. In questo caso, quindi, non viene applicato il modello di business incentrato sulla profilazione degli utenti per proporre annunci pubblicitari mirati.
Particolare attenzione è stata riservata anche all’elenco dei risultati offerti, con l’eliminazione di quei siti che producono grandi quantità di contenuti di bassa qualità per migliorare il loro posizionamento e generare più traffico. Inoltre, i suggerimenti proposti non sono filtrati per essere più in linea con le posizioni già condivise dall’utente
Un dubbio sorge spontaneo: come guadagna la piattaforma? La pubblicità in realtà c’è, ma non è targhettizzata. Significa che se si cercano informazioni per acquistare un’auto nuova, comparirà un annuncio generico di una vettura anziché un mezzo che potrebbe essere più in linea con i nostri gusti in base alle ricerche che abbiamo già fatto precedentemente. Altra fonte di guadagno per DuckDuckGo è il sistema di affiliazione con Amazon ed eBay: ogniqualvolta si arriva su questi siti attraverso i suoi risultati, il motore di ricerca riceve una piccola commissione.
DuckDuckGo, nome che scherza su un gioco di gruppo per bambini (“duck duck goose”, da qui il simbolo dell’oca), può essere impostato come motore di
ricerca principale su tutti i principali browser, senza alcuna registrazione. È utilizzabile anche da smartphone Android e Apple scaricando l’apposita applicazione dagli store.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.