Un provider può essere ritenuto responsabile per le azioni illegali - come la pedopornografia - commesse dai suoi clienti? La domanda è lecita e chiama in causa dinamiche legate a doppio filo alle piattaforme online. Chi ad esempio si occupa di hosting - ovvero offre spazio su server ai clienti per ospitare i loro siti - deve pagare le colpe di chi ne ha fatto un uso illecito? L'interrogativo non è poi così distante dal tema affrontato in più occasioni, che vede le piattaforme social al centro di polemiche per le pratiche di controllo e moderazione delle condivisioni. Quanto accaduto in Canada potrebbe costituire un precedente.
YesUp Ecommerce Solution era una società con sede a Toronto che si occupava di fornire servizi di hosting mettendo a disposizione i propri server e la propria infrastruttura per ospitare i siti accessibili pubblicamente. È stata anche la prima azienda canadese ritenuta responsabile di un reato inerente la distribuzione di file riconducibili alla pedopornografia. Al termine di una lunga indagine, condotta dalle autorità locali, il gruppo nel 2019 è stato definito dalla polizia come un "grande contenitore" di materiale raffigurante abusi sessuali su minori. Fondata vent'anni prima, sulla pagina ufficiale Facebook non fornisce più aggiornamenti dal 2012. Anche il sito ufficiale YesUp.com è offline. Di seguito l'ultimo post, accompagnato da una serie di commenti che fanno riferimento alla vicenda.
Per aver più volte ignorato le richieste di agire in seguito alle segnalazioni i suoi vertici sono stati chiamati a rispondere di gravi accuse. Seppur legata a un territorio a noi lontano, la vicenda è di particolare interesse poiché per la prima volta attribuisce a un provider una parte importante della responsabilità per quanto pubblicato dai suoi clienti.
Non sono da escludere ripercussioni su altre società canadesi che operano nell'ambito online, una su tutte MindGeek. Il colosso del mercato hard di recente ha visto il suo portale più visitato, PornHub, oggetto di un calo drastico nel volume dei filmati in streaming proprio per via della pubblicazione di video con atti sessuali su minori o caricati senza l'autorizzazione dei protagonisti.
Tornando al caso di YesUp Ecommerce Solution, ha sorpreso la scelta di irrogare una sanzione di soli 100.000 dollari. La vicenda non è ancora del tutto chiusa, l'ultimo capitolo è andato in scena il mese scorso nelle aule di tribunale.
Tra i siti ospitati sui server e ritenuti responsabili di aver consentito l'upload di contenuti incriminati c'è anche Lumfile.com, gestito da un cittadino vietnamita. Ora l'indirizzo rimanda a un altro servizio dalla natura del tutto simile, FileFrek.com.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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