Solar Orbiter è partita e viaggia verso il Sole. La sonda dell'Agenzia spaziale europea è decollata da Cape Canaveral, in Florida, alle 23.03 ora locale (le 5.03 in Italia), in testa al razzo Atlas V411 della Nasa. Questa missione si avvicinerà al Sole come mai prima d'ora e cercherà di comprendere meglio l'atmosfera della nostra stella e il suo impatto sulla Terra.
Il viaggio di Solar Orbiter
Dopo aver attraversato le orbite di Venere e Mercurio, viaggiando a una velocità di massimo 245mila chilometri, infatti, il satellite arriverà a 42 milioni di chilometri dal Sole, meno di un terzo della distanza che lo separa dalla Terra. Secondo gli scienziati, Solar Orbiter fornirà un primo piano dell'atmosfera solare senza precedenti, catturando anche le prime immagini dei poli: "Improvvisamente ci sembra di essere davvero connessi all'intero sistema solare- ha detto Daniel Muller, scienziato del progetto Esa, poco dopo il lancio- Siamo qui sulla Terra per lanciare qualcosa che si avvicinerà al Sole". "Abbiamo un obiettivo comune ed è quello di fare del bene alla scienza con questa missione. Credo che ce la faremo", ha aggiunto Holly Gilbert, direttore della divisione di scienze eliofisiche della Nasa.
#SolarOrbiter liftoff confirmed at 04:03 GMT/05:03 CET
— ESA (@esa) February 10, 2020
What's next?
04:55 GMT (05:55 CET) – Spacecraft separation
04:59 GMT (05:59 CET) – Earliest signal acquisition
05:19 GMT (06:19 CET) – Expected solar array deployment
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Non appena uscito dalla Terra, il razzo della Nasa ha "parcheggiato" la sonda in un'orbita attorno alla Terra. Dopo circa 50 minuti, la sonda si è separata dal secondo stadio, dopo l'ultima accensione del razzo, che le ha dato la spinta finale per uscire dalla gravità terrestre e permetterle di effettuare il suo viaggio verso il Sole.
Solar Orbiter raggiungerà la sua orbita in poco più di 2 anni, grazie alla gravità di Venere e della Terra: la sonda incontrerà i due pianeti diverse volte in questi due anni e ogni volta ne ricaverà una "spinta". Una volta arrivata in orbita, osserverà il Sole, servendosi di 10 strumenti, 6 per il "telerilevamento", dedicati alle osservazioni, e 4 "In situ", per le misurazioni dell'atmosfera. La missione dovrebbe durare 7 anni, durante i quali la sonda esplorerà il plasma eolico solare, il campo magnetico, le onde elettromagnetiche ed elettrostatiche e le particelle energetiche emesse dal Sole, fornendoci immagini con una risoluzione mai raggiunta prima.
Now... waiting for solar arrays to deploy & start converting sunlight into electricity. This is of course mission-critical #WeAreAllSolarOrbiters pic.twitter.com/RG01KvxjA7
— ESA's Solar Orbiter (@ESASolarOrbiter) February 10, 2020
Gli strumenti a bordo
A bordo di Solar Orbiter ci sono decine di strumenti, tra cui anche Metis, un coronografo in grado di ottenere immagini della corona solare simultaneamente in luce visibile e ultravioletta, finanziato dall'Agenzia spaziale italiana e progettato dall'Istituto nazionale di Astrofisica e dal Cnr, che hanno collaborato con un team di scienziati italiani, che ne studieranno i dati, sotto la guida dell'Inaf. I dati forniti da Metis consentiranno di identificare le strutture e le dinamiche della corona solare e del vento solare. In questo modo, gli scienziati potrebbero ottenere delle risposte alle domande sulle origini del vento solare, sulle fonti di particelle energetiche e sulle eruzioni. Per orientarsi e mantenersi nell'orbita corretta, la sonda si servirà dei sensori di assetto stellare (AA-STR), che contribuiscono a guidare il satellite nello spazio. Tra gli strumenti "in situ", a disposizione della sonda ci sono un rilevatore di particelle energetiche, uno di campo magnetico solare e il Radio and plasma waves. Tra gli strumenti da remoto, invece, hanno trovato spazio a bordo le camere che visualizzano le emissioni di raggi Uv dell'atmosfera solare, una camera che riprenderà il vento solare e le eruzioni e Polarimetric and helioseismic imager, che effettuerà misurazioni ad alta risoluzione.
La sonda arriverà così vicino al Sole da raggiungere un punto in cui la
temperature sulla superficie è di oltre 500°C. Per questo, Solar Orbiter è protetta da uno scudo termico progettato e costruito da Thales Alenia Space, che impedirà al veicolo spaziale di danneggiarsi e fondersi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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