Bella la vita se il tennis fosse solo un gioco di parole: in questo momento Nick Kyrgios sarebbe il più forte. Peccato invece che ogni tanto si debba scendere in campo, ed in questo colui che è solo (l'autodichiaratosi) nemico Numero Uno di Sinner ormai è quasi un ex: «Non mi vedo tornare l'anno prossimo qui in singolare, ora mi dedicherò al doppio». Peccato, davvero: Kyrgios era un raggio di luce, anche se un po' folle, in un circuito in cui il politically correct ha appiattito tutto. Qualche anno fa, la prima volta incontrato a Roma, fece dire «mica male, questo qui», e il seguito è stato pieno di match naif ma divertenti, nei quali ogni tanto si fermava a guardare l'avversario per rimproverarsi di non saper dare il meglio, per poi però riprendere con il suo genio. È arrivato alla finale di Wimbledon, poi il declino per un polso operato, ieri il tramonto contro il britannico Feamley tra dolori agli addominali e imprecazioni varie (il telecronista australiano in Tv si è scusato per lui). Nick è stato anche quello che portava la spesa ai vicini durante il Covid, e ci piaceva così.
Invece adesso è solo un influencer quasi non più tennista, geloso di un'ex fidanzata ed incapace di esagerare. Ieri il suo pubblico lo ha comunque osannato, ma era lo stesso che poco prima aveva osannato anche Sinner. Diciamolo: ha perso la guerra, ma ahilui resterà in trincea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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