Hamas aumenta i follower su Telegram: cosa c'è dietro il boom social dei terroristi

In pochi giorni, i follower sono passati da 200 a 700mila su un account associato ai terroristi. Il fondatore della piattaforma, Pavel Durov, si dice non favorevole a porre dei limiti

Hamas aumenta i follower su Telegram: cosa c'è dietro il boom social dei terroristi
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La storia ha sempre insegnato che la guerra non è solo strategia sul campo di battaglia, ma è anche strategia di comunicazione e, in tempi moderni, ciò passa anche attraverso le piattaforme social. L’organizzazione terroristica palestinese Hamas, nella sua guerra contro lo Stato d’Israele, si appoggia ad una struttura di comunicazione costituita da una rete di canali Telegram che, giorno dopo giorno, si allarga in termini di utenti.

Sulla piattaforma fondata dal miliardario russo Pavel Durov, dopo il 7 ottobre, uno degli account Telegram di Hamas ha visto passare i propri utenti da poco più di 200mila a quasi 700mila e un altro da 100mila a 300mila. Il canale Telegram delle Brigate al-Qassam - braccio operativo di Hamas - ha visto il suo seguito triplicarsi, addirittura decuplicando le visualizzazioni dei contenuti, passate dalle 25mila alle oltre 300 mila. Una tendenza confermata dalla società di analisi “Memetica” che ha riportato che uno dei canali utilizzati dal portavoce di Hamas ha visto il suo pubblico crescere dai 166mila follower agli oltre 414mila in poco più di una settimana. Cifre impressionanti che fanno pensare ad una certa capacità dell’organizzazione di suscitare interesse per le sue azioni - non tutti i follower sono necessariamente da credere sostenitori della causa dei terroristi - e allo stesso tempo di fare proselitismo dato che, secondo alcune agenzie di intelligence, l’app di messaggistica fungerebbe anche da supporto per il reclutamento di nuove leve e per dare ordini sugli obiettivi da colpire.

Sui canali Telegram riconducibili ad Hamas, alcune foto e video risalgono a più di una settimana fa e ritraggono le operazioni dei terroristi intenti a tirare fuori i soldati israeliani dai carri armati e dalle macchine in cui si trovavano, per poi catturarli o alla peggio ucciderli. Alcuni giorni fa, l’organizzazione ha pubblicato video girati nel momento dell’attacco ai kibbutz per far sapere al governo israeliano che avevano rapito dei bambini e che erano nelle loro mani. La pubblicazione dei video dei bambini è servita anche a mostrare al mondo intero come i terroristi fossero amorevoli con i più piccoli, nel tentativo di portare acqua al loro mulino. I canali dell’app vengono anche usati per dare notizie sulla situazione a Gaza, postando foto e video che immortalano i bombardamenti sulla Striscia e i corpi senza vita o feriti dei civili.

Mark Zuckerberg ha dato ordine di bandire dai social di Meta - Facebook e Instagram - i profili e i contenuti di Hamas, mentre l’Unione europea ha già deciso di aprire un procedimento formale per indagare sulla "diffusione di contenuti illegali e di disinformazione, in particolare la diffusione di contenuti terroristici e violenti e di discorsi di odio". L’anello debole rimane Telegram, piattaforma che non collabora con nessuna autorità nazionale e che dall’agosto del 2021 permette ai canali di trasmettere contenuti in streaming con un pubblico illimitato. Pavel Durov in un'intervista alla Cnn si è detto dispiaciuto del fatto che il suo servizio sia usato da organizzazioni fondamentaliste, ma d'altro canto è convinto che il restante 99,9% degli utenti ne faccia un uso legittimo approfittando della crittografia che tutela la trasmissione dei messaggi.

Non sarebbe la prima volta che un gruppo armato aumenta la sua popolarità su Telegram dopo che la stampa internazionale lo mette al centro del suo racconto.

A giugno, Prigozhin e il gruppo Wagner, dopo il fallito golpe, contavano sul loro canale più di un milione di utenti, trasformandolo in un formidabile mezzo per accrescere la loro popolarità e far passare determinati messaggi.

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