Arrestata l'attentatrice di Istanbul. La Turchia accusa il Pkk

Una donna siriana è ritenuta la principale responsabile dell'attentato, altri 21 presunti terroristi sono stati arrestati. Ankara punta il dito contro i curdi del Pkk

Arrestata l'attentatrice di Istanbul. La Turchia accusa il Pkk

A meno di 24 ore di distanza dall'attacco di Istanbul, il governo turco sembra avere le idee chiare sulla dinamica e soprattutto sulle responsabilità. Il ministro dell'Interno, Suleyman Soylu, ha infatti puntato il dito contro il Pkk, il partito dei lavoratori curdo considerato tra le organizzazioni terroristiche in Turchia. Le autorità di Ankara, sempre secondo Soylu, hanno arrestato 22 persone, tra queste l'autrice materiale dell'attentato di ieri.

Arrestata la presunta responsabile dell'attacco

Nelle sue dichiarazioni rese alla stampa, il ministro dell'Interno ha reso noto l'arresto di chi materialmente ha piazzato la bomba a Istiklal, la via dello shopping di Istanbul. “Abbiamo preso – ha affermato – chi ha lasciato la borsa con dentro l'esplosivo che ha ucciso almeno 6 persone”.

Soylu ha da un lato confermato un dettaglio non indifferente: non si è trattato di un attacco kamikaze. Chi ha posato l'esplosivo si è allontanato poco prima della deflagrazione, non risultando quindi tra le vittime dell'attentato. Al tempo stesso però, in un primo momento non ha fatto alcun riferimento all'identità dell'attentatore.

Domenica sera invece gli inquirenti avevano specificato, grazie all'esame di alcune immagini riprese da telecamere di videosorveglianza, che la borsa con dentro l'esplosivo era stata lasciata da una donna. Questa ricostruzione è riemersa dopo la conferenza di Soylu.

Le autorità di Ankara, in particolare, hanno diffuso le foto dell'arresto di una donna sospettata di aver abbandonato l'esplosivo a Istiklal. Poco dopo sono state diffuse anche le sue generalità. La principale sospettata si chiamerebbe Ahlam Albashir, di nazionalità siriana.

È arrivata clandestinamente nel nostro Paese da Afrin – si legge in una nota degli inquirenti riportata dai media turchi – con l'intento di provocare una strage a Istanbul”. La polizia di Istanbul ha rilasciato anche una foto della donna subito dopo l'arresto. Manette ai polsi, una felpa con la scritta “New York” e un volto visibilmente terrorizzato, è questo l'aspetto della principale sospettata emerso dalle immagini diffuse dalle autorità turche.

Dito puntato contro il Pkk

Il luogo di origine della donna è un altro dettaglio importante. Afrin è il cantone siriano a maggioranza curda conquistato dalle forze filoturche nel 2018, dopo un intervento armato deciso dal presidente Erdogan per contrastare l'Ypg. Quest'ultimo è il gruppo curdo che aveva preso il materiale controllo di Afrin durante la guerra civile siriana.

Per Ankara l'Ypg è legato al Pkk. Da qui l'invettiva del ministro Soylu contro il partito dei lavoratori curdo. “Secondo le nostre conclusioni – ha dichiarato – il Pkk è responsabile dell'attacco”. Potrebbe aver dato, secondo il governo turco, manforte ai curdo siriani alleati.

Da qui un'operazione anti terrorismo scattata poche ore dopo l'attentato, con la quale sarebbero stati arrestati almeno 21 membri del Pkk e delle forze curdo

siriane. La ricostruzione fornita dalla Turchia potrebbe portare anche a non poche tensioni internazionali. Soylu ha infatti ricordato che l'Ypg è tra le forze sostenute dagli Usa in Siria in ottica anti Isis e anti Assad.

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