Test antidroga ai consiglieri, Gasbarra dice nì

«Non possiamo deliberarlo ma sono disposto a dare un locale»

Ormai lo sappiamo tutti: le sostanze stupefacenti non sono più un’esclusiva dei tossicodipendenti. Il loro uso, purtroppo, si sta diffondendo in tutte le classi sociali, senza suscitare lo stesso stupore di qualche anno fa. Anche la coscienza comune si sta adattando velocemente a questa nuova situazione e «sniffare» in molti ambienti rientra nella normalità, mentre fumare uno spinello non fa più tendenza.
Da queste considerazioni era scaturita oltre tre mesi fa la richiesta formale da parte del capogruppo dell’Udc, Mario Ferrante, al presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, affinché a Palazzo Valentini, come del resto era già avvenuto in passato a Montecitorio, fosse effettuato un test antidroga a cui potrebbero sottoporsi spontaneamente i consiglieri provinciali.
Un’iniziativa che ha trovato subito largo consenso in un manipolo di esponenti del centrodestra, da Andrea Napoleoni e Mario Cacciotti di Forza Italia, a Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di An, che considera «un esempio positivo quello di un test scientificamente valido per chi appartiene alle istituzioni». Poi, però, non se n’era più parlato. Finché nei giorni scorsi Andrea Napoleoni, vicecapogruppo azzurro, ha inviato una nota al presidente Gasbarra per ribadire che tale «iniziativa produrrebbe certamente un segnale di coerenza politica fra ciò che si dice e come ci si comporta nella vita, una piccola dimostrazione di sintonia con le idee espresse e con quella trasparenza di comportamenti tanto reclamata dai cittadini». Nella lettera Napoleoni precisa che si tratterebbe di fornire in sostanza, un contributo, seppur limitato, teso a ridurre la grande disaffezione nei confronti del mondo politico nei suoi diversi livelli istituzionali.
Immediata è stata la risposta di Gasbarra, che pur ritenendo valida questa iniziativa, ha fatto presente che non può essere deliberata e fatta dalla Provincia. «Certamente - precisa - se alcuni consiglieri o gruppi chiederanno un locale per effettuare il test, invitando chiunque voglia a sottoporsi all’esame, sarò disponibile a concedere uno spazio appropriato, che potrebbe essere anche l’ambulatorio del Centro di Medicina Preventiva». Ora la palla, per così dire, non priva di un certo effetto, è stata rinviata da Gasbarra al mittente.


Spetterà ai promotori del test, coerentemente con quanto dichiarato ad agosto, fare in modo che il manipolo diventi un nutrito gruppo in modo che l’iniziativa possa svolgersi dentro Palazzo Valentini o nel cortile dentro un’ambulanza-laboratorio, che sia ben visibile ai cittadini.

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