Riccardo Tettamanti era un grande collezionista e un gentiluomo milanese daltri tempi. Si possono usare per lui aggettivi forse desueti: perbene, cortese, galante, ma sicuramente il suo occhio e la sua mente erano molto più giovani e contemporanei di tanti. È scomparso nel marzo del 2005, a 81 anni portati fino allultimo con energia e grande passione per larte contemporanea. Domani Christies espone a Milano una selezione delle opere della collezione Tettamanti che andranno allasta a Londra l8 e 9 febbraio. Visitare il luminoso appartamento di via Borgogna dove abitava con la moglie Carla era sempre un infinito piacere. Le pareti raccontavano la storia dellarte degli ultimi 50 anni in maniera esemplare: non mancava nessuno e tutti gli artisti erano presenti con pezzi importanti, da Rothko a Warhol a Wesselman, Paolini e Mertz, Burri e Manzoni, fino ai più giovani, come Toderi, Bartolini, Della Vedova. Racconta Pasquale Leccese, gallerista che gli è stato vicino fin dallinizio: «Era una casa patchwork, nel senso che a Tettamanti piaceva avere intorno la sua collezione, non aveva magazzino, era tutto lì e inevitabilmente larrivo di un nuovo lavoro comportava lo spostamento di altri per avere tutto sottocchio. Barbara Rose, storica curatrice del Moma di New York, dopo una visita in casa sua disse di non aver visto una collezione così dagli anni 50 in America, quello era il grande stile di Riccardo Tettamanti».
Lamicizia di Leccese e Tettamanti risale ai primi anni 80 quando, continua Leccese, «eravamo complementari, con la stessa divorante passione: lui dava a me le dritte sulla vita, ero un ragazzo appena arrivato a Milano, e io a lui, assetato di apprendere, sullarte che appassionava entrambi. Ci trovavamo tutti i giovedì al ristorante Peppino in via Durini e facevamo piani su cosa comprare e su quali mostre andare a vedere». Sicuramente una delle grandi qualità di Tettamanti collezionista era quella di essere stato militante fino allultimo. Non cera mostra che lui non avesse già visitato prima del classico orario delle 18.30, lo si incontrava nelle gallerie il primo pomeriggio, sempre davanti a tutti, con qualsiasi tempo e a qualsiasi latitudine. Vedeva tutto e non comprava tutto, aveva il dono speciale di identificare i pezzi significativi degli artisti che gli piacevano e come un cacciatore esperto si appostava fino a che non se ne appropriava, con magico tocco che molti galleristi vorrebbero possedere. Come tutti i veri collezionisti aveva manie precise: la sua collezione era composta di un pezzo per ogni artista, solo di Paladino e Twombly aveva, come diceva per vezzo, «dei doppioni». Quando arrivava una nuova opera in casa era una gran festa da condividere con gli amici, lultimo arrivo era stato un Kiefer, e tra gli altri quel giorno a festeggiare cera anche Giuseppe Panza di Biumo, grande collezionista.
Un altro punto fermo di Tettamanti era quello di non prestare opere a musei o esposizioni. Nemmeno in tempi recenti, quando altri suoi colleghi collezionisti irriducibili avevano ceduto alle insistenze di prestigiosi curatori, lui aveva ritrattato.
E qui sta leccezionalità dellesposizione di Christies di domani: è unopportunità unica per ammirare capolavori, spettacolari e raffinate opere dei maestri dellarte moderna che sono sempre stati al riparo da sguardi indiscreti.
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