Tim Robbins suona il folk. "Troppo odio frena il dialogo"

Il grande regista domani al Magna Grecia Film Festival. Con la band presenterà brani composti per l'evento

Tim Robbins suona il folk. "Troppo odio frena il dialogo"
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«Questa cosa mi ha offeso profondamente, ma soprattutto mi dispiace che le persone sia ormai così perse nell'odio». Tim Robbins (foto), dalla Calabria, ospite al Magna Grecia Film Festival in corso a Catanzaro, interviene sulle assurdità che accadono nel suo paese dove qualcuno ha messo in parallelo il recente attentato a Trump con la trama di Bob Roberts, da lui diretto e interpretato nel 1992, in cui un candidato populista repubblicano mette in scena un finto attentato contro se stesso, come - secondo i complottisti - avrebbe fatto Trump. «Il mio film non c'entra nulla con la situazione di oggi negli Usa - risponde alla nostra domanda il regista - Il fatto è che viviamo in una situazione pericolosa e lacerata, non c'è più capacità di ragionare, da entrambe le parti, non è più possibile scambiarsi pareri discordanti senza odiarsi, non voglio vivere in un mondo così». Il regista sulle coste ioniche è venuto, però, per parlare di cinema e di musica: domani sera terrà un concerto a Catanzaro con il suo gruppo «T» presentando brani scritti apposta per l'evento. E, ai giornalisti che provano a fargli esternare l'ennesimo endorsement a Kamala Harris, replica con ironia: «Ho compiuto 65 anni e una volta, a questa età, negli Stati Uniti si andava in pensione: io, per adesso, mi sono ritirato solo dalle campagne elettorali». Una riflessione comunque la aggiunge, ma contro la Harris: «Andate a chiedere ai detenuti in California la loro opinione a riguardo. E poi, se vogliamo dirla tutta, c'è un terzo candidato di cui nessuno parla». Il riferimento è al periodo in cui la neo candidata democratica alle presidenziali era procuratrice in California e si oppose a una sentenza della Corte Suprema sulla riduzione del sovraffollamento nelle carceri.

L'interprete di Le ali della libertà di cui ricorre il trentennale e regista di Dead Man Walking, invece, sono trent'anni che si batte attraverso il cinema, il teatro e l'impegno civile per migliorare il sistema carcerario americano: «È stato il nostro gruppo teatrale (The Actors' Gang) - ha ricordato - non lo Stato a portare con una strada lunga e tortuosa un cambiamento nelle prigioni».

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