Toccare i magistrati è vietato: rivolta per lo scoop sulle mail

Palamara, presidente dell’Anm, parla di aggressione e leggi violate ma ignora le offese e le minacce al premier nei messaggi delle toghe

Toccare i magistrati è vietato: rivolta per lo scoop sulle mail

Roma - La pubblicazione in stralcio di alcuni messaggi della mailing list dell’Asso­ciazione nazionale magi­strati ( nella quale le toghe di­scutono in toni critici della riforma della giustizia) da parte del Giornale secondo Luca Palamara, numero uno dell’Anm,è una«gravis­sima violazione della legge sulla riservatezza delle co­municazioni ». O meglio, una gravissima violazione «che si iscrive in una campa­gna di aggressione e di dele­gittimazione della magistra­tura », che il nostro quotidia­no, secondo Palamara, avrebbe «avviato da tem­po ».

Così, sobriamente, la giun­ta e il presidente del sindaca­to delle toghe si sono rivolti al Garante per la privacy, chiedendo l’apertura di un’istruttoria. Secondo Pa­lamara, quei messaggi sono stati pubblicati «abusiva­mente », e pur essendo stati diffusi a tutti i partecipanti alla mailing list sarebbero comunque equiparabili a «corrispondenza privata», perché l’accesso alla lista è «tassativamente regolato at­traverso un’iscrizione, effet­tuata solo previa identifica­zione del richiedente».

E non è finita. Palamara in­travede ulteriori profili di «gravità» nella «diffusione di dati personali relativi agli autori dei messaggi» (sareb­bero gli indirizzi e-mail ­«anche privati» - di alcuni dei magistrati) e infine bolla anche il contenuto dello stesso articolo come «pesan­temente diffamatorio» e «volto a delegittimare una delle fondamentali istituzio­ni dello Stato».

I magistrati, come noto esperti in fughe di notizie, hanno inoltre trovato un’im­me­diata sponda politica nel­l’Idv, il cui portavoce Leolu­ca Orlando ha sposato in pie­no il giudizio di «gravità» su «ciò che ha fatto il quotidia­no della famiglia Berlusco­ni ». La pubblicazione di par­te di una discussione tra to­ghe, nelle parole di Orlando diventa dunque un «vero e proprio linciaggio mediati­co » contro «tutta la catego­ria dei magistrati». Con tan­to di rimbrotto contro il di­rettore Sallusti reo di invoca­re la privacy per il premier e parallelamente di non «farsi problemi» a pubblicare «il contenuto delle e-mail riser­vate dei magistrati», magi­strati «spesso esposti a peri­coli perché combattono il crimine organizzato».

Con tali credenziali, l’Au­torità garante per la privacy ha subito dato seguito alla ri­chiesta, aprendo l’istrutto­ria reclamata dall’Anm, rela­tivamente alla «pubblicazio­ne da parte di un quotidiano del contenuto di e-mail scambiate all’interno di una mailing list riservata a magi­strati ». E, forse per creare un disteso clima bipartisan, l’Authority ha anche dato notizia dell’apertura di un’altra istruttoria, questa volta riferita alla pubblica­zione «da parte di un altro quotidiano» (il Corriere del­la Sera , ndr) di «informazio­ni relative a un estratto con­to, ricondotto dal giornale al­l’onorevole Silvio Berlusco­ni ».

Se l’Anm e l’Idv ringhiano contro il Giornale , il parla­mentare del Pdl Francesco Paolo Sisto ironizza sull’ini­z­iativa del sindacato dei ma­gistrati, commentando che «chi di fuga di notizie feri­sce, da fuga di notizie viene colpito».

«La dimostrazione dell’eccessiva politicizzazio­ne della magistratura - ag­giunge il parlamentare bare­se - è data dal fatto che Pala­mara, invece di prendere le distanze da certi toni offensi­vi­usati nei confronti del pre­mier ( all’interno dei messag­gi pubblicati dal Giornale , ndr) che denotano un fanati­smo ideologico in contrasto con lo spirito di imparzialità che dovrebbe caratterizza­re le toghe, si appelli alla pri­vacy delle comunicazioni via internet, senza essere sfiorato minimamente dal dubbio che

tali email possa­no essere state fornite al Giornale con modalità certa­mente più legali rispetto al­le sistematiche violazioni del segreto istruttorio che puntualmente scandiscono le inchieste a carico del pre­mier ».

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