TORINO/ All'ombra della Mole per vincere si deve convincere il 30% di astenuti

Il match point è rinviato al 22 giugno, data in cui si conoscerà chi tra Antonio Saitta (centrosinistra) e Claudia Porchietto (centrodestra) prenderà le redini di Palazzo Cisterna. Intanto si tirano le somme di quella che si annuncia una sfida all'ultimo voto. Si, perché i dati definitivi dicono che meno di tre punti distanziano i candidati, ossia 30mila voti. Saitta alla fine ha raggiunto il 44,3 % (512mila e 229 voti), mentre Claudia Porchietto ha raggiunto il 41,50 % (479mila e 492 voti).

A Torino, quindi, ancora tutto da decidere e, nelle prossime settimane, i due aspiranti presidenti non si risparmieranno: Saitta per aumentare il suo vantaggio e Porchietto per riuscire in un sorpasso che sotto la Mole sarebbe a dir poco storico. In realtà anche il ballottaggio ha un non so che di storico: è la prima volta che il centrosinistra non vince al primo turno. Il primo passo per i due candidati sarà quello di convincere quel 30% di astenuti.

E poi c'è l'incognita apparentamenti. Può contribuire a spostare l'ago della bilancia Michele Vietti, dell'Udc, che ha portato a casa un 4,56%, quasi 53mila voti. Tanto basterebbe a Porchietto per sorpassare Saitta. Ma i rapporti tra centrodestra e Udc non sono dei migliori e i ben informati dicono che il partito di Casini è già pronto all'accordo con il centrosinistra in cambio di una poltrona in giunta e della presidenza del consiglio.

Sfata qualsiasi tipo di accordo invece Renzo Rabellino che ha portato a casa 40mila preferenze. Ma in ballo ci sono anche gli elettori della sinistra estrema.

Non vanno trascurati i voti di Rifondazione comunista che ha preso 1,82% e dei Comunisti italiani dell'ex sindacalista della Thyssen Ciro Argentino che hanno preso l'1,84%.

A conti fatti per i due candidati ci sono oggi 800mila elettori da convincere, cittadini che hanno preferito non votare o che al primo turno hanno preferito qualcun altro.

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