Torna la grande bellezza da guardare e collezionare

Alla fiera degli antiquari milanesi, 63 galleristi sfoderano i loro capolavori, da Dürer a Gauguin

Torna la grande bellezza da guardare e collezionare
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È ormai un appuntamento da non perdere per i collezionisti milanesi ma anche per tutti gli appassionati della grande bellezza. Anche quest'anno il Palazzo della Permanente di via Turati si è trasformato nell'elegante palcoscenico di Amart, la mostra organizzata dall'Associazione degli Antiquari Milanesi che di anno in anno alza l'asticella della qualità iniziando a far concorrenza a kermesse internazionali come la Biennale di Firenze. E proprio come la Biennale di Firenze, la fiera ora allarga il parterre degli espositori - quest'anno 63 con sei nuove partecipazioni - con gallerie che propongono anche il settore Moderno, quello a cavallo tra Otto e Novecento. Ai suoi albori rivolta principalmente ai mercanti milanesi (che per altro annoverano operatori di caratura internazionale), oggi Amart ospita nei suoi stand galleristi nazionali e stranieri specializzati nei dipinti old masters, nella scultura, negli arredi d'epoca, nell'oggettistica antica e nei gioielli d'epoca. A tenerli insieme, un solo fil rouge rappresentato dalla qualità e dalla serietà dell'offerta. Passeggiando tra gli stand, si rimane inevitabilmente incantati davanti alle opere dei grandi maestri ma altrettanto dai memorabilia di scuola europea ma anche dell'estremo Oriente.

Senza far torto ai 63 operatori merita segnalare alcune autentiche chicche, come un inedito ciclo di xilografie di Paul Gauguin proposte dallo stand di Lorenza Salamon, «in perfetta continuità con la produzione pittorica del suo primo viaggio a Tahiti, seppur siano state incise dall'artista Gauguin a Parigi negli anni 18931895».

La Galleria Apolloni di Roma, che tra un paio d'anni festeggerà il centenario dalla sua fondazione, è sbarcata ad Amart con un carico di capolavori del neoclassico milanese, tra cui spiccano le quattro grandi tempere di Andrea Appiani che illustrano il mito di Europa e di Giove trasformato in toro che furono del conte Ercole Silva, già nel suo palazzo di Milano e poi nella famosa sua villa di Cinisello, dove egli aveva dato il primo esempio di quell'arte di comporre i giardini alla maniera inglese che introdusse per primo in Italia. Emozionante, nello stand della Società di Belle Arti, il dipinto «Paesaggio della Senna con cielo grigio» di Giuseppe De Nittis a cui Palazzo Reale di Milano e il Castello di Novara hanno di recente dedicato due importanti antologiche: quotazione dell'opera, da 150 a 180 mila euro. Galleria Callea Antichià Design, propone una fusione in bronzo di Rembrandt Bugatti (Milano, 1884 Parigi, 1916) intitolata «Ritorno dal pascolo», opera dichiarata di rilevante interesse culturale, in vendita a 470 mila euro. Una «Madonna con bambino» di Domenico Ghirlandaio è tra le opere di maggiore importanza esposte ad Amart. Il dipinto fu di proprietà di Matilda Rausch Dodge Wilson, moglie di John Dodge, uno dei fondatori della «Dodge Motor Company». Prezzo di richiesta circa 800 mila euro.

Salamon Fine Arts mette in mostra una «Melancolia I» (1514) di Albrecht Dürer, incisione a bulino originale, monogrammato e datato in lastra; prezzo richiesto, 120 mila euro.

Tra le sculture merita infine segnalare, allo stand di Piva, una «Testa d'acquaiolo» del celebre artista napoletano Vincenzo Gemito, realizzata nel 1881 dietro commissione di re Francesco II di Borbone.

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