«Non tutti possono diventare campioni dello sport, ma tutti possono diventare campioni di comportamento in ambito sportivo». È questo il motto della 6ª edizione del premio nazionale «l'Amico Atletico», che si propone di individuare e premiare in ciascuna delle 20 regioni italiane (per la prima volta dal 2005) atleti, tecnici e dirigenti, professionisti e non (ma tesserati alla federazioni sportive aderenti al Coni e residenti in Italia), che con il loro comportamento significativo rappresentano i valori dell'etica sportiva, della correttezza e del fair-play.
L'iniziativa, illustrata al Salone d'onore del Coni, alla presenza tra gli altri del presidente dell'Istituto del credito sportivo, Andrea Cardinaletti, del vice presidente del Coni, Luca Pancalli, e del Direttore dell'Ufficio Nazionale Pastorale Sport, Turismo e Tempo Libero della Cei e Cappellano della squadra olimpica italiana, Don Mario Lusek, è partita dalle Marche con la sottoscrizione del primo «Codice Atletico» da parte di testimonial come Roberto Mancini e Valentina Vezzali, per volere della Fondazione «Gabriele Cardinaletti» Onlus di Jesi che ha istituito il premio nel 2005.
«L'intento è di promuovere in Italia una nuova cultura sportiva - ha ammesso Andrea Cardinaletti - Bisogna valorizzare le risorse etiche insite nel mondo dello sport». Le segnalazioni degli «Amici Atletici» si potranno effettuare a partire da oggi, e fino al 31 maggio, sul sito www.codiceatletico.it. I vincitori (uno per regione) saranno poi scelti da una giuria composta da grandi campioni dello sport chiamati a valutare i comportamenti e gli stili di vita di personaggi sportivi, magari meno noti, ma meritevoli di essere segnalati all'opinione pubblica. A conclusione dell'iniziativa, su segnalazione dei vincitori, la Ubi (Banca Popolare di Ancora) devolverà una somma a 5 associazioni Onlus da loro indicate.
«È un'iniziativa da apprezzare perchè in Italia manca la consapevolezza che lo sport è uno strumento per la crescita del paese - ha spiegato Pancalli - progetti come questo non possono che servire perchè bisogna investire in Italia non solo per ottenere grandi risultati sportivi, ma soprattutto per la crescita dei giovani e per l'integrazione dei ragazzi disabili».
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