È il freddo e pragmatico Veneto la regione in cui la politica riesce ancora a conquistare il plauso dei cittadini. Nonostante la crisi e le difficoltà economiche, che hanno fatto crollare praticamente ovunque il grado di soddisfazione degli italiani verso la loro classe dirigente, nel corso dellanno appena concluso il governatore Pdl del Veneto Giancarlo Galan e il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi hanno mantenuto la fiducia della loro gente. È quanto emerge dal sondaggio «Ipr Governance Poll 2009» pubblicato dal Sole24Ore, unindagine sulla soddisfazione degli italiani verso sindaci, presidenti di Provincia e di Regione italiani.
Particolarmente rilevante il punteggio fatto registrare da Galan, unico tra tutti i colleghi governatori (con lesclusione di Marrazzo, al di fuori dalla Regione Lazio come dallinchiesta), ad aumentare sensibilmente il proprio gradimento rispetto allelezione di cinque anni fa: oggi raccoglie il favore del 56% dei veneti, nel 2005 era il 50,65. Galan non governerà più il Veneto - a marzo per il centrodestra correrà il ministro leghista per le Politiche Agricole Luca Zaia - ma il suo addio a Palazzo Balbi è in grande stile. Lo stesso stile che ha contraddistinto lamministrazione di Verona, il cui sindaco Tosi, con il 70% dei consensi, divide ex aequo con i colleghi di Torino (Sergio Chiamparino), Reggio Calabria (Giuseppe Scopelliti) e Crotone (Peppino Vallone), il vertice della classifica dei primi cittadini più amati. Ma il risultato di Tosi è tanto più importante considerato che nel giugno del 2007, in occasione dellelezione, si fermava a solo il 60,7 dei consensi.
Va sottolineato però che il primato di Galan è dato anche dalla sconfitta fatta registrare dai classici dominatori della classifica: in primo luogo dal siciliano Raffaele Lombardo, vera stella cadente dellultimo anno politico. Nellarco di 12 mesi linquilino di Palazzo dOrleans è passato dallessere il «governatore più amato dItalia» ad occupare lundicesimo posto in classifica, perdendo il 17% dei consensi: un record. E ora Lombardo è gradito a solo la metà dei siciliani. Un dato che per lui, abituato a contare sullapprovazione incondizionata di gran parte degli isolani (nel dicembre 2008 poteva contare sulla benevolenza del 67% di loro) rappresenta un vero smacco. Bene va a Lombardo che la Sicilia non sia coinvolta nella prossima tornata elettorale: due rimpasti e tre giunte in un anno e mezzo di governo non sono certo un bel biglietto da visita con cui presentarsi alle urne. Senza considerare che lultima rivoluzione in giunta ha visto Lombardo rompere con lala «lealista» del Pdl, quella che fa capo al ministro della Giustizia Angelino Alfano e al presidente del Senato Renato Schifani, e contare sullappoggio esterno del Pd in consiglio: non certo un esempio di coerenza agli occhi dellelettorato. E questi errori, lo spiegano oggi i numeri, si pagano.
Risultato ingeneroso anche per laltro «peso massimo» dei governatori, il lombardo Roberto Formigoni, che comunque, nonostante una flessione di 11 punti rispetto al 2008, si piazza questanno sul secondo gradino del podio, con un tasso di gradimento del 55%. Un dato che fa ben sperare per la quarta riconferma consecutiva alla guida della più ricca regione italiana. Tuttaltra atmosfera si registra invece in molte delle regioni rosse, vere e proprie cartine di tornasole locali della sconfitta politica della sinistra. Il peggio viene registrato in Campania, dove il governatore Bassolino ottiene il 38%, il punteggio più basso in classifica. Un dato solo in leggera flessione rispetto al 2008 (allora era il 39%), ma anni luce da quel 61,6% ottenuto nel 2005, allepoca dellinsediamento.
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