Dopo il lunedì nero un'altra giornata di passione sulle principali piazze finanziarie del Vecchio Continente. Le Borse europee sprofondano sulla scia dei pesanti timori per la crisi del debito in Europa. Timori che sono stati innescati dalle dichiarazioni del premier greco George Papandreou che ha deciso di sottoporre a un referendum popolare il piano di aiuti concordato con l'Unione europea. "Il referendum sul secondo salvataggio di Atene - ha detto l’agenzia di rating Fitch - rappresenta una minaccia per la stabilità finanziaria dell’Eurozona". A mercati chiusi, però, il ministro degli Esteri greco Lambridinis ha assicurato al titolare della Farnesina Franco Frattini che il referendum "non è in alcun modo inteso a mettere in discussione il piano di azione concordato con l’Ue ma ad acquisire il necessario sostegno popolare per la sua piena e concreta attuazione".
La seduta peggiore dal crac della Leman Brother. Milano, maglia nera dei listini europei, è in caduta libera e termina giù del 6,8% a 14.928,24 punti, dopo aver perso in giornata oltre il 7%. Piazza Affari, che oggi ha bruciato 22 miliardi di euro, non registrava perdite così pesanti dall’ottobre del 2008, nel pieno della crisi dei mutui subprime. Nella cronistoria delle peggior performance registrate, a partire dal 1997, dal principale indice della Borsa di Milano, sono soltanto tre i risultati peggiori: il 10 ottobre di tre anni fa (-7,14%); l’11 settembre 2001 (-7,57%), giorno degli attentati alle Torri gemelle e al Pentagono, e il 6 ottobre 2008 (-8,24%). Nel 2011, il record negativo finora era stato il 10 agosto, quando il Ftse MIb aveva chiuso a -6,65%.
Precipitano anche Parigi che cede il 5,38% a 3.068,33%, Francoforte che arretra del 5% a 5.834,51 punti e Londra che perde il 2,21% a 5.421,57 punti. Atene affonda dell’8,14%, Madrid del 4,64% e Lisbona del 3,68%. Crollano i bancari, specie in Francia e in Italia, con Intesa a -15,8%, SocGen -17% e Bnp Paribas -13,2%. Insomma, la crisi in Grecia terrorizza l'Unione europea e lo spettro del referendum trascina nel baratro le principali piazze finanziarie. "Se i greci voteranno no al referendum sul piano di salvataggio europeo non escludo che la Grecia possa andare in Bancarotta", ha avvertito il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Junker, secondo il quale la proposta di un referendum aggiunge "un grande nervosismo e incertezza" a una situazione già poco sicura. Nel corso di una intervista radiofonica Juncker ha, poi, fatto sapere che al G20 di Cannes "i leader mondiali discuteranno anche della questione del referendum greco". Il numero uno dell’Eurogruppo ha anche rivelato che "Papandreou ha deciso di indire il referendum senza ascoltare i i suoi colleghi europei". Non solo. I presidenti Barroso e Van Rompuy hanno sottolineato che "per la Grecia accettare l’accordo Ue è la cosa migliore". L'Europa è, comuqnue, fiduciosa che "Atene rispetterà gli impegni presi a livello di Eurozona e con i partner internazionali". Contrario anche Nicolas Sarkozy, secondo il quale il piano di salvataggio della Grecia adottato dall’Ue è "la sola via percorribile".
In Italia si amplia il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato, i Btp, e i Bund della Germania, che vengono presi come riferimento per tutte le emissioni dell’area valutaria. Sulla scadenza decennale lo spread Btp-Bund che ieri aveva sfondato i 400 punti base è schizzato stamane a 440 punti, ben oltre il record di 416 punti base toccato il 5 agosto scorso.
Insomma, in base alle dinamiche di domanda e offerta, per trovare acquirenti i Btp devono offrire oltre quattro punti percentuali di rendimento in più, rispetto alle emissioni tedesche, come maggiorazione sul premio di rischio. nel frattempo, citando fonti vicine all'operazione, l'agenzia Bloomberg fa sapere che la Bce è intervenuta nuovamente sul mercato secondario per comprare debito italiano.
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