La battaglia contro l'ipertensione - che ha nel professor Giuseppe Mancia il rappresentante più autorevole - si arricchisce di iniziative innovative, destinate a restare nella memoria collettiva. Dal 4 al 15 giugno un Tir dotato di tre laboratori specialistici sosterà a Milano nelle principali piazze (da Largo Cairoli a piazza Cantore, passando per altre ubicazioni, compresa una puntata a Quarto Oggiaro) e si metterà al servizio di tutti coloro che vorranno conoscere il loro profilo di rischio cardiovascolare, e cioè i livelli di pressione arteriosa, di scompenso, di aritmia, di insufficienza. Questi esami verranno eseguiti gratuitamente da noti cardiologi, i quali forniranno le necessarie indicazioni terapeutiche. L'iniziativa viene realizzata col sostegno del comune di Milano (in particolare dell'assessore Landi di Chiavenna), di Takeda e dell'Associazione per la lotta alla trombosi. Dal 15 al 22 giugno, invece, un tram - bianco, sempre a disposizione dei cittadini e sempre col sostegno del comune di Milano e di Takeda - si fermerà in varie piazze per dare risposte cliniche alle esigenze di chi si sottoporrà ad un controllo della pressione arteriosa e di altri parametri.
Parliamo di questo progetto col suo principale organizzatore: il professor Stefano Carugo, docente universitario, dirige il dipartimento di cardiologia del Pio Albergo Trivulzio. «Giugno - ci spiega - è stato dichiarato mese della ipertensione. Vorremmo che tutti si rendessero conto dell'importanza della pressione arteriosa e dei danni che può provocare se i valori non sono nella norma. La prevenzione è fondamentale. Giugno - prosegue - ha un altro appuntamento: il congresso della Società Europea di Ipertensione, che si svolgerà dal 12 al 16 alla Fiera di Milano sotto la presidenza dei professori Mancia e Laurent. I partecipanti sono ottomila. La cardiologia italiana, ancora una volta, porterà un contributo fondamentale». Tra i simposi satelliti di quest'assise ne segnaliamo uno, coordinato appunto dal professor Carugo, sulla terapia anti-ipertensiva nel grande anziano. La Ricerca ha messo a punto sistemi terapeutici infallibili, che consentono agli ipertesi di condurre una vita normale; ma solo il 20 per cento dei pazienti attua la terapia in modo corretto. Gli altri ottanta la interrompono moltiplicando il rischio di infarto, ictus, trombosi. In Italia ci sono 16 milioni di ipertesi «certi» ed altri 4 milioni di ipertesi «silenti», che non sanno di esserlo.
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