Trapianti, anche in Italia tre "donatori samaritani" Rene gratis a sconosciuti

Due in Lombardia e uno in Piemonte: offrono un rene gratis a chi ne ha bisogno. Contrario il presidente del comitato di bioetica. Per legge si può donare a consanguinei ed è vietata la vendita

Trapianti, anche in Italia 
tre "donatori samaritani" 
Rene gratis a sconosciuti

Roma - Tre donatori samaritani (si definiscono così le donazioni gratuite e senza legame familiare) due in Lombardia e uno in Piemonte, hanno offerto negli ultimi mesi un rene da trapiantare a chi genericamente ne ha bisogno. Sui tre casi il centro nazionale di bioetica ha riunito ieri i rappresentanti delle tre reti interregionali dei trapianti per verificare la possibilità legale di questa modalità utilizzata già in altri Paesi ma ancora mai in Italia. La legge nazionale regola infatti la donazione da vivente fra consanguinei o persone con legame affettivo, oltre a vietare ogni forma di vendita.

Il comitato di bioetica "Contrario" alla tipologia dei donatori samaritani. Questa la posizione del presidente onorario del comitato nazionale di bioetica (Cnb), e docente di filosofia del diritto all’Università Tor Vergata di Roma, Francesco D’Agostino. "Poiché il trapianto di rene da vivente implica una grave lesione al corpo del donatore e poiché esiste il dovere etico di tutelare la salute di ogni vivente - ha commentato D’Agostino - sono contrario alla possibilità di donatori samaritani". La donazione del rene infatti, ha sottolineato il bioeticista, "rappresenta una grave lesione alla salute del donatore ed è difficile prevedere se il soggetto potrà recuperare pienamente il trauma stesso della donazione dell’organo. Ma se tale rischio è in qualche modo giustificato per la donazione a beneficio di un parente stretto - ha affermato - non reputo lo sia per casi diversi".

Motivazioni sbagliate Ma c’è anche un altro pericolo da valutare: "E cioè - ha rilevato D’Agostino - che tali donazioni samaritane possano essere spinte da motivazioni sbagliate, ad esempio da una sorta di narcisismo o autoesaltazione del soggetto, non dunque pienamente consapevole della scelta fatta".

Per questo, secondo D’Agostino, "la legge italiana è molto saggia, prevedendo accertamenti dettagliati". A ogni modo, ha avvertito il presidente onorario Cnb, "eviterei di dare spazio a questa tipologia di donazione d’organi, che potrebbe essere legata a motivazioni narcisiste".

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