A Trento lo scrittore alpinista Joe Simpson

Tra le star della rassegna arrivata alla 56ª edizione, l’autore de «La morte sospesa»

Sono 56 ormai i compleanni del Trento Film Festival, primo al mondo dedicato alla montagna, quando nacque e poi anche all’avventura e all’esplorazione. Allora, fino al 1972, viveva la sua settimana a metà ottobre perché, come si diceva, «chiudeva la stagione delle scalate nelle Alpi e anche un po’ nel mondo». C’era un’atmosfera particolare di amicizia e di sorprese, poi tutto si è accelerato e il Festival ha cambiato vita trasferendosi in primavera. La manifestazione è stata via via arricchita da eventi, promossi dai miei concittadini e anche no, e adesso anche per chi non bada al correre di qua e di là è quasi difficile viverli tutti, film di giorno e di notte, mostre, incontri con personaggi, visite a luoghi non distanti dalla città e così avanti. Una delle belle iniziative è MontagnaLibri, grande esposizione di volumi, giornali, fotografie e altro che si è inaugurata il 22 aprile e l’evento è stato anticipato ai film per le molte visite di appassionati culturali. Il primo piacevole e molto interessante evento, fuori concorso, si è avuto con la sonorizzazione live di Marlene Kuntz di un film muto originale del 1928. Il giorno dopo si è passati alle proiezioni in concorso che continueranno fino a venerdì. Giorno in cui la giuria internazionale concorderà il risultato finale che sarà annunciato sabato in mattinata nel bellissimo salone Depero della Provincia di Trento.
Momenti interessanti della settimana: domani serata con protagonisti dell’alpinismo russo, Alexander Odintsov, Sergey Nilov, Denis Savelyev, Michail Denty, Alex Klenov, Pavel Sahabalin e Boris Korshnov. E ancora due affettuosi raduni con relativi prestigiosi canti dei famosi cori della Sat, giovedì e venerdì. Un premietto speciale, ma elevato, vorrei assegnarlo al presidente del Festival Italo Zandonella Callegher e ai suoi collaboratori per aver portato a Trento lo scrittore-alpinista britannico Joe Simpson, autore di uno dei libri più fascinosi e storici della letteratura di montagna, La morte sospesa, dal quale è stato anche realizzato un bellissimo film.

Un incontro speciale avverrà la sera del venerdì con il forte alpinista ottantaduenne Pierre Mazeaud, con il quale ho avuto il privilegio di legarmi alla sua corda in tre scalate, salito alla notorietà per essere sopravvissuto nella tragedia del Monte Bianco del 1961.

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