Trichet: "Depressione evitata, ora exit strategy"

Il presidente della Bce tira il fiato: "Abbiamo evitato una depressione molto minacciosa". Ma avverte: "Resta ancora un lavoro molto duro da fare". il problema disoccupazione pesa sulla fidiucia. Da qui la necessità di attuare exit strategy: "Graduale ritiro delle misure straordinarie"

Trichet: "Depressione evitata, ora exit strategy"

Basilea - Giornata cruciale oggi e domani a Bruxelles per decidere quando e come riportare i conti pubblici europei sotto controllo. "Abbiamo evitato una depressione molto, molto minacciosa", ha avvertito il presidente della Banca centrale europea e del Global Economy Meeting, Jean-Claude Trichet, spiegando che le misure eccezionali prese dalle autorità finanziarie hanno prodotto una "stabilizzazione" e le statistiche recenti confermano "la fine della caduta libera" delle nostre economie. Al tavolo dei ministri finanziari europei - al quale sarà presente il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti - la Commissione Ue ribadirà quindi la necessità per gli Stati membri di partire con il risanamento dei conti entro il 2011, approfittando delle prevista ripresa.

Evitata la depressione economica Trichet ha spiegato che i banchieri centrali riuniti alla Banca dei regolamenti internazionali invitano a tenere alta la guardia: "Nelle attuali circostanze, restano molti rischi anche se oggi appaiono rischi bilanciati. Resta essenziale la fiducia, e le banche centrali sono appunto impegnate a consolidare la fiducia". I dati indicano una stabilizzazione, ha detto Trichet, la crescita economica sta andando un pò meglio di quanto le autorità finanziarie avessero previsto, e c’è un generale miglioramento dei mercati finanziari, con una discesa degli spread. Il presidente della Bce ha poi spiegato che "non si è discusso affatto" della proposta, avanzata al G20 di Saint Andrews in Scozia, di tassare le transazioni finanziarie delle banche, e "non c’è stata alcuna particolare discussione sul tema delle valute estere". Le banche centrali, ha spiegato, "hanno una notevole unità d’intenti" in questo momento, e sono impegnate nel dare stabilità. Tuttavia "ciascuno di noi ha le proprie responsabilità, abbiamo situazioni diverse" e "non abbiamo discusso i tassi d’interesse come concetto globale".

Il lavoro da fare Secondo il numero uno della Bce "non è il momento di compiacersi", ma "c’è ancora un sacco di lavoro duro da fare". Trichet ha aggiunto che "stiamo lavorando molto, molto duro, in particolare le banche centrali, dobbiamo restare in allerta se vogliamo che la crescita globale resti sostenuta". Le autorità finanziarie internazionali, anche se la crisi sta allentando la presa, continuano ad affrontare "un gran numero di problemi che sono sempre presenti" e fra questi "c’è il problema della disoccupazione, che sta pesando sulla fiducia". Fra i problemi principali Trichet ha anche indicato "gli squilibri fiscali, che hanno un impatto sui mercati finanziari", e "i prezzi petroliferi e le materie prime".

Rispettare il patto di stabilità La discussione di oggi e domani capita tra l’altro alla vigilia delle raccomandazioni che il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, dovrà far approvare mercoledì dall’esecutivo europeo. Raccomandazioni in cui ai nove Paesi che entreranno in deficit eccessivo nel 2009 - tra cui l’Italia e la Germania - verrà indicata la deadline entro la quale riportare i disavanzi sotto il 3%. Per l’Italia - secondo indiscrezioni non confermate - potrebbe trattarsi del 2012, con una correzione strutturale superiore allo 0,5% annuo previsto in tempi normali dal Patto Ue di stabilità e di crescita. La Commissione Ue, inoltre, potrebbe sottolineare ancora una volta la necessità per il nostro Paese di prendere misure destinate ad abbattere l’elevatissimo livello del debito pubblico e a riportarlo sotto il 100%.

Secondo le ultime previsioni economiche di Bruxelles il deficit italiano sarà al 5,3% nel 2009 e 2010 e - a politiche invariate - al 5,1% nel 2011. Il debito pubblico, invece, salirà dal 114,6% del 2009 al 117,8% del 2011.

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