The Room Next Door di Pedro Almodóvar ha vinto il Leone d'oro per il miglior film. Era tra i favoriti. Aveva ottenuto un buon riscontro critico ma anche ricevuto molti applausi nel passaggio in sala. Si conclude così una Mostra del cinema piena di star e di bei film. Forse è mancato il capolavoro ma The Room Next Door e The Brutalist di Brady Corbet (Leone d'argento per la miglior regia) si avvicinano alla perfezione.
Inoltre sono film che possono mettere d'accordo il cinefilo e lo spettatore comune. Il primo ha il pregio di toccare con delicatezza il tema dell'eutanasia (poco delicato, paradossalmente, Almodóvar: il personaggio pubblico ha meno sfumature del regista). Il secondo, ispirato a Ayn Rand, è insolitamente vicino a un certo libertarismo. Entrambi sono interpretati divinamente, il primo da Tilda Swinton e Julianne Moore; il secondo da Adrien Brody che recita in cinque lingue. Le Coppe Volpi sono andate però a Nicole Kidman per il discreto Babygirl; e a Vincent Lindon, bravissimo in Jouer avec le feu. L'Italia si porta a casa un Leone d'argento importante, il Gran Premio della Giuria, con Vermiglio di Maura Delpero. Il Premio speciale della giuria è andato invece alla rivelazione April di Dea Kulumbegashvili.
Un po' sorprendenti alcune esclusioni dal palmares Niente per Queer di Luca Guadagnino, che in generale era piaciuto.
Niente per Joker: Folie à Deux di Todd Philipps, che in generale non era piaciuto ma aveva dalla sua una spiccata originalità. Complessivamente, verdetto salomonico ma non inaspettato e giusto perché riflette l'andamento e il gradimento della gara. The Room Next Door, The Brutalist e relativi attori potranno dire la loro anche ai premi Oscar.
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