nostro inviato a Venezia
Ce l'aveva con Eugenio Scalfari e dunque, con De Benedetti? Marco Tronchetti Provera replica sornione: «Lo dice lei». Ma sorride un pizzico allusivo. Certo - contro chiunque fosse diretta - la sua è stata un'unghiata destinata a far male, anche perché sferrata a sorpresa giusto a pochi minuti dall'avvio dell'annuale Workshop del Consiglio per le relazioni Italia-Usa (di cui il presidente Pirelli è co-presidente).
«Le nostre catene di controllo le abbiamo accorciate prima di altri - suonava, gelida, la sua dichiarazione fatta distribuire alla stampa - e deve essere riconosciuto il lavoro fatto in piena trasparenza, nonostante qualcuno si ostini a non volerlo fare. Ci siamo mossi prima di altri, come qualche editore che controlla le proprie società editoriali attraverso piramidi lunghissime». E continuava: «Dopo aver razionalizzato Pirelli, in pochi anni, attraverso due fusioni in modo trasparente e nel rispetto delle regole di mercato, abbiamo semplificato anche la struttura di Telecom che con noi è divenuta una delle società più efficienti d'Europa, come il mercato ha sempre riconosciuto. Si può fare di meglio? Disponibili a discuterne, ma per affrontare il tema in modo serio dev'esserci dato atto del lavoro fatto, altrimenti siamo di nuovo agli slogan, alle campagne pregiudiziali e alla disinformazione che continua ad essere uno strumento efficacissimo per chi non vuol cambiare nulla».
Una scudisciata di fatto al gruppo Espresso-Repubblica (che la catena di controllo l'ha chilometrica), ma anche a chi agita gli spettri del qualunquismo - lo ha fatto appunto l'altro giorno Scalfari per condannare il discorso di Montezemolo, tirando in ballo Tronchetti per il controllo di Telecom con il solo 1% di capitale - per evitare riforme necessarie.
La scelta di Venezia tra l'altro, o meglio del convegno Usa-Italia, forse non è stata del tutto casuale. Il «no» di fatto piovuto da palazzo Chigi verso l'interesse di At&t su Telecom, probabilmente è ferita ancora da rimarginare. Tant'è che Tronchetti si è augurato che le relazioni con Washington possano migliorare e tornare a quelle amichevoli che hanno contraddistinto tanti anni di buon vicinato. Anche qui nessun nome. Ma all'uscita della sala dove si svolgono i lavori del workshop (sbarrata ai giornalisti), il presidente di Pirelli si dice a questo punto ottimista «visto che in Europa ci sono due grandi paesi che si propongono di costruire più salde relazioni con gli Usa»; gli stessi - aggiunge - che «si propongono nuovamente come motore dello sviluppo Ue». Parigi e Berlino? «Proprio così», ammette lui facendo capire di auspicare che anche il governo di Roma ne segua le tracce. Resta da vedere cosa ne penserà D'Alema che oggi chiude l'appuntamento veneziano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.