«Troppe violenze, cittadini calmatevi»

Il procuratore di Fermo lancia l’allarme: «Liti, pestaggi, risse: adesso basta»

Silvia Gilioli

da Fermo

«Cittadini, state buoni. Se potete». Piero Baschieri, 71enne toscano, da una quindicina d'anni è il procuratore della Repubblica, a Fermo. Da tempo in estate ha notato un’impennata della piccola criminalità apparentemente inspiegabile e allora, alla vigilia di Ferragosto, lancia questo appello alla gente perché sia più tollerante, evitando di guastare l'atmosfera delle vacanze. Il comune di Fermo ha appena 40mila abitanti, quasi 200mila considerando la nuova provincia: approvata due anni fa, sarà operativa nel 2007. Parrebbe uno dei posti più tranquilli d'Italia.
«Temo soprattutto l'aggravarsi di violenze sciocche: al mare, per il parcheggio, in coda al ristorante. Ce ne rendiamo conto tutti i giorni, con il mattinale dei carabinieri e della polizia. Si moltiplicano i ricoveri in ospedale, gli interventi del pronto soccorso, dei posti di polizia. Episodi stupidi, a margine di feste, in un periodo da riposo che fa esplodere rabbia e prepotenza latenti».
Una mezza dozzina di situazioni al giorno. «Ormai tutte le sere c'è una rissa in discoteca, con buttafuori più o meno violenti, magari non professionisti. Basta un'occhiata per animare vicende che poi hanno strascichi legali. Frequenti anche i pestaggi per un posto al ristorante e le aggressioni al parcheggio. Fatti piccoli, di per sé insignificanti, eppure totalmente fuori luogo. La gente si prepara alle vacanze o ci va litigando con tutti, per qualsiasi cosa».
Due anni fa, a Ferragosto, innocenti gavettoni scatenarono una rissa drammatica. «Ora è un rincorrersi di certificati medici, di denunce e querele, che poi il giudice di pace disbrigherà in inverno. In discoteca le questioni sono fra giovani, ma nei parcheggi sono anche i sessantenni a perdere la calma.

I fermani non sanno più rilassarsi, solo menarsi: allo stadio, alla festa della birra come alla sagra delle tagliatelle. Sbucano coltelli, il crick dalla macchina. Poi non sorprendiamoci di fronte ai sassi lanciati dai cavalcavia delle autostrade e per le colline che bruciano».

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