Torna la paura in Turchia. Cinque terroristi del Pkk hanno dirottato il traghetto "Kartepe" con a bordo venti persone (inclusi i membri dell'equipaggio). Il blitz è avvenuto questa sera al largo di Izmit, città nella Turchia occidentale. Il governatore della provincia nordoccidentale di Kocaeli, Ercan Topaca, ha fatto sapere all’agenzia Anadolu che il traghetto era diretto da Izmit a Golcuk e che è stato preso in ostaggio anche il capitano del traghetto.
"Non è ancora chiaro se l’imbarcazione sia stata dirottata da un solo individuo - ha affermato il governatore - una persona ha preso il capitano in ostaggio". Secondo l’Anadolu, le forze di sicurezza sarebbero già al lavoro per tentare la liberazione del traghetto. Il timore è che il traghetto punti in maniera dimostrativa verso Imrali nonostante vi sia il divieto di avvicinarsi nel raggio di cinque miglia. Nella vicina isola del Mar di Marmara sta scontando, infatti, l’ergastolo il leader del movimento indipendentista curdo, Abdullah Ocalan.
L’isola-carcere è presidiata da un migliaio di uomini, tra cui i commandos della Sas, e recintata da protezioni elettroniche. Ocalan, considerato uno degli uomini più sorvegliati al mondo, era stato arrestato in Kenya nel 1999, grazie all’aiuto dei servizi segreti americani, e poi imprigionato in Turchia dove era stato condannato a morte per "separatismo" quello stesso anno, pena poi commutata in ergastolo nel 2002, dopo l’abolizione della pena capitale. Nel maggio 2005 la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo aveva invitato la Turchia a celebrare un nuovo processo per l’ex leader del Pkk, giudicando quello del 1999 "non equo". Dal carcere Ocalan continua a dettare proclami ora bellicosi ora concilianti ispirando a distanza la guerriglia del Pkk che, a partire dal 1984, ha già causato almeno 40 mila vittime. Il Pkk si batte per l’autonomia dei circa 15 milioni di curdi che vivono in Turchia rappresentando circa un quinto della popolazione.
I loro diritti sono stati conculcati per decenni ma il governo del premier Recep Tayyip Erdogan sta tentando riforme e dialogo per venire incontro alle richieste dell’etnia insediata massicciamente anche nei confinanti Iraq, Iran e Siria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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