Niente panino e birra per strada?
«Assolutamente no. È bene porre un limite al bivacco dilagante e cercare di riportare un po di decoro nelle nostre città. Appoggio i giovani, ma è giusto che ci siano dei paletti. Mio figlio mi ha detto: Papà, questo Paese ce lha con noi!. Non posso dargli torto, considerato che, in Italia, spesso mancano le strutture per i ragazzi che viaggiano senza tanti soldi in tasca. O visto che un cappuccino al bar viene fatto pagare persino cinque euro. Ma, una volta che le amministrazioni pubbliche fanno il loro dovere predisponendo aree attrezzate, giardini per il pranzo al sacco, ostelli e servizi agevolati, hanno, poi, tutto il diritto di pretendere il rispetto delle regole. Quindi, anche quello di affibbiare multe. Perché è lunico metodo efficace, lunico monito che la gente capisce».
Insomma, mettere in riga i turisti. Anche sullabbigliamento?
«Non mi sono mai piaciuti i turisti che vanno in giro in mutande. Non vedo perché non ci si debba vestire in modo decoroso anche in viaggio. Niente bikini per la strada. Un conto è la spiaggia, un altro è il centro città. Anche se si è in una località di mare».
Multe non solo per disciplinare mangiare e vestiario, ma anche sul rispetto dei monumenti e delle usanze del luogo?
«Mio figlio andrà a Istanbul. E gli ho già spiegato come comportarsi per rispettare quella civiltà, ad esempio, le regole per entrare in una moschea. Così come dovrebbero essere tenute in considerazione la cultura, larte e la storia italiane. È vergognoso vedere le belle statuine in cima ai monumenti. Laltro giorno ho visto un uomo sdraiato su una statua della fontana di Trevi. In quel caso, una bella multa da minimo 50 euro sarebbe stata sacrosanta. Ancor più severità contro chi imbratta e sporca.
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