Tutti con Beckham: la carriera non è chiusa. Al mondiale come portafortuna

Lo Spice Boy ringrazia i tifosi che lo incoraggiano. Il manager: «Chiuderà la stagione nella Major League Usa». Il chirurgo lo vede in campo fra 4 mesi. C'è chi lo vuole in Sudafrica almeno come "mascotte". I bookmakers lo vedono "vincente"

Tutti con Beckham: la carriera non è chiusa. Al mondiale come portafortuna

Quel Beckham dolorante e con le stampelle ha fatto tenerezza a tutti. Quello che cercherà l'impresa impossibile, dopo l'operazione al tendine d'Achille, sarà un leone di Sua Maestà seguito dalle speranze di tutti. Dopo aver lottato due anni per andare al mondiale, aver provato e rischiato nel campionato italiano, ed essere entrato nel cuore del tifoso calcistico italiano, il David d'Inghilterra si si è ritrovato zoppo in mezzo al campo, eppoi su una barella. Triste storia. Ed infatti...«Una carriera luccicante verso un triste finale», titoli pessimistici questa mattina sulla stampa inglese. Sakari Orava, il chirurgo raggiunto a Turku in Finlandia, l'uomo che lo opererà, ha già escluso la presenza del centrocampista ai prossimi mondiali e il bookmaker inglese William Hill sta pagando le scommesse aperte ad inizio anno sulla convocazione di Capello.
Il grave infortunio subito contro il Chievo potrebbe chiudere la carriera di Beckham. A 34 anni il rischio e alto, ma il pessimismo non trova conferma nelle quote dei bookmaker. La lavagna dell'inglese William Hill «augura» una lunga carriera al centrocampista e nella scommessa sull'addio al calcio del campione l'opzione più probabile è il 2012 e oltre, offerta a 2,50. L'annuncio potrebbe avvenire prima del prossimo mondiale, l'ipotesi si gioca in lavagna a 4,00, come l'addio nel 2011. Quota 4,50 per il ritiro tra il 12 luglio (giorno della finale del Mondiale) e 31 dicembre 2010.
E che non sia la fine della carriera lo dice anche il manager di Beckham. «Non è la fine della carriera», Simon Oliveira allontana il pessimismo. «David è arrabbiato per la prospettiva di perdere i mondiali, ma è comunque una persona positiva. Questa non è la fine della sua carriera, come qualcuno ha detto. Anche se dovesse saltare i Mondiali, punta a chiudere la stagione della Major League Soccer», dice facendo riferimento all'impegno con i Los Angeles Galaxy.
Ed anche Beckham ha provato a risollevarsi dal malumore. Sul suo sito ha ringraziato tutti. «Sono molto arrabbiato». Il chirurgo ha valutato in un periodo di circa 4 mesi lo stop che il centrocampista della nazionale inglese dovrà osservare.«I Mondiali -dice Orava poi all'agenzia finlandese STT- in questo momento non è un obiettivo realistico. Se però il danno dovesse rivelarsi meno grave e se l'operazione si dovesse svolgere senza alcun problema, forse Beckham potrebbe andare almeno in panchina per dare sostegno morale ai suo compagni». Nella migliore delle ipotesi, insomma, lo Spice Boy potrebbe andare in Sudafrica come una sorta di mascotte di lusso. «Si potrà dire qualcosa di più preciso quando saranno chiari i motivi che hanno provocato la lesione al tendine e il modo in cui tutto questo si è verificato», aggiunge il chirurgo. «Spero di recuperare completamente e rapidamente», dice ancora Beckham. «Sono arrabbiato ma voglio ringraziare tutti per i messaggi di sostegno. Spero di avere un rapido e completo recupero».
Un sostegno gli arriva anche da chi è già passato da questo inferno. «Ovviamente non conosco i dettagli della situazione, ma in base alla mia esperienza direi che può tornare in campo tra 4 mesi. Rispetto ai miei tempi, poi, l'ortopedia ha fatto enormi progressi. I Mondiali a giugno? La vedo dura. Oltretutto, il calcio è uno sport di contatto: il recupero è una questione fisica ma soprattutto di testa», dice Jury Chechi, 39 anni, che si fece male alla vigilia delle Olimpiadi di Barcellona 1992.

Il tendine fece crac il 6 luglio, a circa un mese dai Giochi spagnoli a cui l'atleta si sarebbe dovuto presentare da favorito. «Quando mi sono fatto male ho pensato che fosse finita. Avevo 23 anni, ma temevo mi fosse crollato il mondo addosso». E invece, Chechi è guarito, tornato in pedana e ad Atlanta 1996 ha vinto l'oro agli anelli.

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