Tutto il mondo ci accusa: "Soccorsi in pieno caos e balletti di cifre"

Gabrielli, il capo della Protezione civile, prova a respingere le critiche. Ma l’efficienza di Bertolaso è soltanto un ricordo

Tutto il mondo ci accusa: "Soccorsi in pieno caos e balletti di cifre"

Il caos dei soccorsi. La disorganizzazione. L’assenza di un coordinamento degno di un Paese civile. La confusione dei numeri e dei conteggi per accertare le identità dei passeggeri deceduti. Di quelli tratti in salvo e di quelli dispersi. Le incertezze nelle identificazioni. Le cifre della Prefettura che differiscono da quelle della Costa Crociere. Tutto questo, oltre all’inqualificabile comportamento del comandante Schettino, riempie le pagine dei giornali e i notiziari di tutto il mondo. E agita i contatti con le ambasciate, con i consolati stranieri e con il Dipartimento di Stato americano che ha contestato l’approssimazione dei conteggi degli ospiti a bordo.
È l’immagine dell’Italia a colare a picco insieme al relitto della Concordia. Sotto accusa è la gestione della tragedia. L’inefficienza, l’approssimazione nelle operazioni di soccorso. Una figuraccia internazionale.
Ieri l’edizione europea del Financial Times apriva proprio sul naufragio davanti all’Isola del Giglio e puntava l’attenzione sull’avvertimento giunto dall’ufficio dell’Onu che si occupa degli standard per la navigazione: considereremo «molto seriamente» la lezione che arriva dal naufragio del Concordia. Durissimi anche i commenti della stampa francese, da Le Monde, che ha pubblicato sul sito la trascrizione della conversazione tra Schettino e la Guardia Costiera, a Le Figaro che ha definito «agghiacciante» la stessa conversazione e ha sottolineato il pericolo dei danni ambientali che potrebbero derivare dalla perdita del carburante della Concordia. Il quotidiano francese riporta anche le dichiarazioni di esperti secondo i quali i risarcimenti per i 462 passeggeri d’Oltralpe saranno particolarmente ingenti se l’incidente sarà attribuito a «una colpa non giustificabile» del comandante.
In Germania il Suddeutsche Zeitung ha puntato l’attenzione sulle difficoltà nelle operazioni di soccorso, con il relitto in leggero movimento e il mare grosso previsto nei prossimi giorni. Il Frankfurter Allgemeine invece attacca senza mezzi termini le autorità italiane. Si parla di 12 passeggeri tedeschi dispersi «quando all’appello ne mancano 29». Evidentemente, «hanno poche speranze di trovare sopravvissuti» si legge nel più autorevole quotidiano tedesco. Quasi sardonico il commento dello spagnolo El Mundo che parla di «una tragedia annunciata su Facebook», citando le parole della sorella del maître della nave che sul social network aveva annunciato il passaggio della Concordia «vicina vicina» alla costa. Come a dire, con un po’ di attenzione...
Ieri, al termine della riunione dell’Unità di crisi tenutasi a Grosseto, il capo del dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli ha tentato una strenua difesa dell’operato dei suoi uomini: «Mi associo al plauso di tutti per l’attività di protezione civile della provincia di Grosseto», ha detto. Ma a Gabrielli non «è piaciuto leggere sui giornali il presunto caos sui soccorsi». Purtroppo, di presunto c’è davvero poco, come le cronache dei media di mezzo mondo continuano a documentare. L’efficienza della Protezione civile a guida Bertolaso è solo un ricordo e forse anche questa constazione avrà indispettito il suo successore. Il quale è stato costretto ad ammettere che i conteggi dei dispersi sono particolarmente complessi. Sono le richieste delle famiglie e dei consolati a correggere quelli degli operatori di soccorso. «Al momento - ha dovuto ammettere Gabrielli - abbiamo 29 dispersi (in serata diventeranno 28, ndr) rivendicati da familiari o da autorità consolari.

Uno di questi è probabile sia riconducibile al cadavere di un cittadino tedesco che sarà sottratto a questa lista quando ci sarà la certezza che è lui. Noi non abbiamo la lista ufficiale dei passeggeri che è sulla nave e deve essere recuperata».

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