Le piazze, il playback, i tormentoni. Così il Festivalbar faceva suonare l'estate

Ideato nel 1964 da Vittorio Salvetti, la kermesse musicale è stata quella che ha ottenuto, fino a oggi, il maggiore successo, soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. Nel 2007 è andata in onda l'ultima edizione

Frame tratto da YouTube
Frame tratto da YouTube

Per i Millennial, l’associazione delle parole “estate” e “tv” ha un solo significato: Festivalbar, la manifestazione canora inventata nel 1964 da Vittorio Salvetti, presentatore, autore e produttore televisivo, che ha reso piacevoli le sere d’estate dei giovani, soprattutto di quelli degli anni Ottanta e Novanta. Ancor prima che chiudesse la scuola, a fine maggio, dal 1981 al 1988 Canale 5 e negli anni successivi Italia 1, trasmettevano quello che sarebbe diventato il programma musicale cult di tutti i tempi. Almeno fino al 2007, anno in cui sulla trasmissione è calato il sipario per mancanza di fondi.

La storia del Festivalbar

Torniamo agli anni Sessanta, quando Salvetti, amante della musica, con alle spalle alcune esperienze nel mondo dello spettacolo, ha inventato il Festivalbar, prima trasmesso da Radio Juke-Box, poi dalla Rai e, dagli anni Ottanta, in onda sulle reti Fininvest. Il nome si ispirava ai jukebox, tanto in voga nei bar e chioschi degli anni Sessanta. In ognuno di questi apparecchi veniva installato un dispositivo che rilevava quante volte un brano veniva scelto dagli utenti. In questa maniera, alla fine dell’estate, si riusciva a risalire alla canzone più ascoltata. E siccome questo aggeggio funzionava a gettoni, da qui il termine “gettonato”, oggi molto usato soprattutto nelle radio in riferimento a un brano che riscuote successo. Il Festivalbar era un appuntamento imperdibile, una festa itinerante che toccava, durante tutta l’estate, alcune delle piazze più belle d’Italia, per poi concludersi, nella maggior parte delle edizioni, a settembre all’Arena di Verona. Sul palco salivano le più grandi star nazionali e internazionali del momento, come Zucchero, Raf, Vasco Rossi, Samuele Bersani, i Lùnapop, The Cranberries, Skunk Anansie e tantissimi altri. Gli sponsor sgomitavano per vedere il proprio logo associato a quello del Festivalbar e gli artisti, pagati bene, non si facevano pregare più di tanto per far parte di quel carrozzone musicale. Del resto, volenti o nolenti, erano le case discografiche che li mandavano al Festivalbar, considerato la vetrina per eccellenza per promuovere il proprio singolo. Nel 1998, anno della morte prematura del patron Vittorio Salvetti, il timone è passato al figlio Andrea, che per alcuni anni è riuscito a ottenere lo stesso successo del padre. Del resto, con un minimo sforzo dell'artista di turno, i risultati erano sorprendenti. In quella festa, dove a fare da padroni di casa c’erano le più belle e giovani presentatrici del momento, come Michelle Hunziker, Alessia Marcuzzi, Vanessa Incontrada e Federica Panicucci, abbronzate più che mai nei loro abiti succinti, e conduttori che faranno la storia della tv, come Fiorello e Amadeus, la qualità era l’ultimo dei pensieri.

Il playback, il bacio saffico, gli ex: gli episodi memorabili sul palco

Festivalbar

I cantanti, infatti, si esibivano in playback e non ne facevano mistero. Nella serata finale del Festivalbar 1995, Gianluca Grignani cantò Falco a metà con il microfono in tasca, come forma di protesta, ça va sans dire, andando volutamente fuori tempo. Nel 1999 anche Elio e le storie tese rifiutarono di esibirsi in playback, restando immobili e con la bocca chiusa per quasi tutta la durata della canzone Discomusic, fino ad essere portati giù dal palco di peso, come fossero manichini, in maniera goliardica. Questo e tanti altri aneddoti curiosi tenevano incollati il pubblico davanti la tv e quello sotto il palco, nelle piazze. Come il bacio, finto o vero che fosse, tra Lena Katina e Julia Volkova, le cantanti che formavano il duo t.A.T.u. Correva l’anno 2003 e quell'effusione saffica, al momento della messa in onda, venne censurata “per non urtare la sensibilità dei telespettatori più giovani”. E come non ricordarsi, in quello stesso anno, di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti, insieme sullo stesso palco per la prima volta dopo la separazione, avvenuta un anno prima? Lui, in gara con Un’emozione per sempre, occhi malinconici e commossi, lei, padrona di casa di quell’edizione, insieme a Marco Maccarini, visibilmente imbarazzata al momento del saluto con l’ex marito, vincitore di quell’anno.

Il declino

Nel nuovo millennio, il Festivalbar iniziò la sua discesa inesorabile. Nel 2006, mentre la Rai trasmetteva i Mondiali di calcio, il programma iniziò a perdere share. L’Italia era cambiata, i ragazzi erano cambiati. Da qualche anno c'era la possibilità di scaricare i brani su internet, non bisognava più aspettare il Festivalbar, così come si potevano vedere video musicali su YouTube. Insomma, il web era arrivato a scombinare le carte alla tv. Non esisteva più il piacere dell’attesa, perché tutto era ormai a portata di click. Nel 2007, il declino della kermesse era già palpabile già dal fatto che le tappe fossero solo due, Milano e Catania. I fondi a disposizione erano sempre meno, gli sponsor dileguati, la trasmissione iniziava a ricevere critiche e apparire anacronistica. L’anno dopo, del Festivalbar in tv non c'era più nessuna traccia. In questi anni sono stati tante le kermesse che hanno copiato la formula di Salvetti, ma nessuno è riuscito a eguagliarne il successo.

Sono circolate raccolte firme, petizioni per riavere il programma in tv, ci sono pagine social dedicate, ma all’orizzonte sembra non esserci più nessuna possibilità. Lo stesso Andrea Salvetti ha cambiato vita, oggi si occupa di energia rinnovabile e promuove una cultura ambientalista e olistica. Insomma, tutto tace.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica