Grozny - Tutti contro il presidente. L’ong russa Memorial, per la quale lavorava la giornalista e attivista per i diritti umani Natalia Estemirova, rapita e uccisa ieri in Cecenia, punta il dito contro il presidente ceceno Ramzan Kadyrov per il delitto. "Io so, io sono sicuro dell’identità del colpevole della morte di Natalia Estemirova, lo conosciamo tutti, il suo nome è Ramzan Kadyrov" ha dichiarato Oleg Orlov in un comunicato sul sito della ong, di cui è responsabile. Kadyrov, sostiene, "minacciava Natalia, la insultava e la considerava come un nemico personale. Non sappiamo se lui stesso ha dato l’ordine o se i suoi collaboratori l’hanno fatto per rendere un piacere al loro capo" ha proseguito.
Erede della Politkovskaia Estemirova, che aveva collaborato con la giornalista - poi assassinata - Anna Politkovskaia, di cui è considerata in qualche modo l’erede, ha lavorato per dieci anni nella sede cecena di Memorial, denunciando torture, sequestri ed esecuzioni da parte delle truppe russe e cecene. Per qualunque giornalista straniero arrivato in Cecenia per occuparsi di diritti umani Estemirova era una tappa obbligata. Ieri in Russia hanno stigmatizzato il delitto, oltre ai media e alle ong, sia il leader del Cremlino Dmitri Medvedev sia il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, mentre finora il premier Vladimir Putin non ha commentato la vicenda.
Oggi è intervenuto anche il presidente inguscio ad interim Rashid Gaisonov: a suo avviso il "barbarico delitto" è contro la pace e il consenso non solo in Cecenia e in Inguscezia - dove è stato ritrovato il cadavere - ma in tutto il Caucaso del nord e la Russia. Oggi la manifestazione I difensori dei diritti umani hanno organizzato oggi alle 17.30 ora di Mosca (le 15.30 in Italia), nella piazza Pushkin della capitale, una manifestazione per ricordare Natalia Estemirova. È prevista la partecipazione di alcune decine di militanti e dirigenti di varie ong. La centralissima piazza Pushkin ospitò una analoga manifestazione anche dopo l’omicidio della giornalista Anna Politkovskaia, uccisa sotto casa a Mosca il 7 ottobre 2006, come ricorda una targa all’ingresso della sua abitazione. Il primo processo ha portato all’assoluzione degli imputati, tutti ceceni, ma recentemente la corte suprema ha deciso di annullare la sentenza disponendo un nuovo dibattimento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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