Susanna Camusso ci riprova. Ieri Monti le ha sbattuto la porta in faccia rispedendo al mittente la richiesta avanzata dalla segretaria della Cgil. "Monti non non convochi i sindacati separatamente" aveva tuonato cercando di imporre al premier la sua agenda. La risposta non si è fatta attendere ed è stata un "niet" secco. Oggi ritenta e lancia un ultimatum a palazzo Chigi: "Se il governo Monti vuole un accordo, chiami i sindacati e parli chiaro, individuando obiettivi e strumenti. È solo buon senso altrimenti è solo tutto fumo per decidere da soli". Nel mirino del messaggio lanciato su Twitter dalla Cgil c'è la riforma del lavoro, il fascicolo più scottante sul tavolo del consiglio dei Ministri. Un osso che il sindacato non ha intenzione di mollare.
"Buon senso, altrimenti è solo tutto fumo per decidere da soli. Non è necessaria la concertazione anni ’90 ma un confronto serio e onesto. Con Cisl e Uil serve arrivarci con una posizione comune concordando uno spartito: non si può chiedere ogni giorno la concertazione e poi accettare di fare i solisti stonati", prosegue il lungo "cinguettìo camussiano".
Le posizioni barricadere della Cgil la rendono sempre più isolata e pronta all'attaco di chiunque cerchi di modificare - anche di poco - lo status quo.
Finisce nel mirino del sindacato anche il "contratto unico" proposto dal giuslavorista del Pd, Pietro Ichino, che viene bollato come "pubblicità ingannevole che non cancella la precarietà di oggi e ne aggiungerà nuova domani". E la Camusso rimane sulle barricate, sempre più sola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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